Sono bastati tre giorni di silenzio “ufficiale” per scatenare le indiscrezioni sul «grave» stato di salute di Hugo Chavez, ricoverato a Cuba da venerdì per un intervento chirurgico nella zona pelvica, proprio dove nel giugno scorso gli era stato estratto un tumore.
Nel pomeriggio Elias Jaua, vicepresidente esecutivo, ha fatto sapere che l’operazione è avvenuta ieri, è stata soddisfacente e Chavez è in «buone condizioni fisiche». La voce del governo venezuelano arriva nel bel mezzo di un vortice di notizie ormai fuori controllo, che rimbalzano da varie parti del mondo. Il leader bolivariano saebbe in condizioni disperate, con metastasi che dalla prostata e dal colon si sarebbero propagate ai gangli linfatici e al midollo della colonna vertebrale, lasciandogli ormai solo pochi mesi di vita.
Insomma l’annuncio del governo è ben diverso da quanto pubblicato oggi da vari giornali. Secondo il giornalista Merval Pereira, in un articolo del quotidiano brasiliano “Ò Globo”, Chavez sarebbe stato sottoposto ad una laparatomia esplorativa per capire «se ci sia un tumore e se ci siano le condizioni per operare di nuovo». Pereira ha inoltre scritto che i medici ieri hanno analizzato gli esami clinici, scambiando informazioni con un medico di Mosca, per decidere la miglior procedura, dato che «il caso sembra più complesso di quanto apparso in precedenza».
Vari quotidiani, dallo spagnolo «El Pais» a «El nuevo Herald» di Miami, hanno inoltre dato spazio ad un’informativa riservata dell’azienda di intelligence Usa Stratfor (vittima di recente hackeraggio), pubblicata da Wikileaks, in cui si descrive un forte disaccordo tra le due equipe mediche (una cubana e una russa) che si sono occupate delle condizioni di salute di Chavez. Ci sarebbero stati infatti contrasti sugli interventi condotti, sulle strumentazioni utilizzate e persino sulle aspettative di vita, che comunque – nel migliore dei casi – si limiterebbero ancora ad una manciata di mesi.
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