E’ al centro delle polemiche il caso di un giudice arabo della Corte suprema israeliana, Salim Jubran, che si è astenuto ieri, in un cerimonia ufficiale, dal cantare l “Ha-Tikwa” (la speranza), inno nazionale israeliano. Nell’inno si afferma fra l’altro che “l’anima ebraica anela” a Sion, e si esalta la fede antica di due millenni degli ebrei di essere un giorno “liberi nella nostra terra: la terra di Sion, Gerusalemme”.
Ieri, nella cerimonia solenne con cui la presidenza della Corte Suprema è passata dalla donna-giudice Dorit Beinish (giunta al termine del suo mandato) al giudice Asher Grunis, le telecamere si sono soffermate sul volto del giudice Jubran che, mentre i colleghi intonavano l’inno nazionale, è rimasto muto.
L’episodio è stato subito condannato da “Canale2”, televisione commerciale, e successivamente anche da deputati della destra nazionalista secondo cui Jubran sarebbe indegno di fungere da giudice della Corte suprema israeliana e dovrebbe essere espulso. Jubran non ha rilasciato commenti, ma un suo anonimo collaboratore ha precisato che il giudice ha agito sulla base di ragioni ideologiche.
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