La repressione cinese fa uccidere due fratelli tibetani

In Cina si è riproposta la repressione contro la comunità tibetana. Due fratelli tibetani, di cui uno monaco buddista, sono stati uccisi dalla polizia cinese nella provincia di Sichuan. La loro colpa sarebbe quella di aver partecipato, lo scorso 23 gennaio, ad una manifestazione contro l’occupazione cinese del Tibet, chiedendo il ritorno del Dalai Lama.

La protesta fu repressa dalle forze dell’ordine cinesi, che aprirono il fuoco sulla folla, uccidendo sette manifestanti e ferendone molti altri. I due fratelli, partecipanti alla manifestazione di protesta, riuscirono a scappare, rifugiandosi in un luogo sicuro ed evitando così l’arresto. Si tratta di Yeshe Rigal, monaco 40enne, e del fratello 38enne Yeshe Samdrub, inseguiti per più di due settimane: ieri sono stati identificati, trovati e uccisi a colpi d’arma da fuoco.


Profilo dell'autore

Redazione

Redazione
Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
LEGGI ANCHE:   #viaggiadacasa 10 – Cina (con Gabriele Battaglia)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potresti apprezzare anche

No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.