Mutilazioni genitali femminili, un caso anche italiano

Secondo Amnesty International sono 135 milioni le donne mutilate nel mondo e ogni giorno rischiano questa pratica 2 milioni di ragazze. Le mutilazioni femminili vengono praticate su donne che ancora non hanno compiuto i 15 anni di età, la maggioranza invece sono bambine sotto i 10. Albero della Vita, oggi 6 febbraio, in occasione della giornata mondiale contro le mutilazioni femminili ha stimato che anche nel nostro Paese sono a rischio più di 90mila donne tra cui 7.700 bambine.

Le modalità di questa barbarie sono di tre tipi:  taglio del clitoride, asportazione delle piccole labbra, oppure l’infibulazione che ha come scopo il restringimento dell’orifizio vaginale. Lo scopo è quello di mantenere intatta la “purezza” della donna, impedendole di provare piacere sessuale. In Egitto, oggi, l’85 per cento delle donne ha subito l’infibulazione. In Somalia sono il 98%. Una donna che non subisce questa pratica è dichiarata impura, non sposabile, e allontanata dalla società.

In Italia con la legge n.7 del 2006 la mutilazione è stata vietata, ma sono ancora molti i casi di reato e operazioni “clandestine” in regioni come la Lombardia e la Toscana. Per questo da novembre 2009 è stato attivato il numero verde gratuito 800 300 588 dal Ministero dell’Interno, dedicato ad accogliere segnalazioni e notizie di reato realizzate sul territorio italiano, e a fornire informazioni sulle strutture sanitarie e organizzazioni di volontariato vicine alle comunità di immigrati provenienti dai Paesi dove viene praticata la mutilazione.

 


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