Rossella Urru, quattro mesi di silenzio

Un caso di cui non se ne parla più, se non a Sanremo in un micro frammento a l’una di notte della Cucciari: Rossella Urru, la ragazza di Samogheo,  cooperante italiana,  è ostaggio da 4 mesi di un gruppo terroristico in Algeria. La donna, che lavora per la Ong “Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli” presso un campo profughi Saharawi per garantire loro viveri, acqua e le cure necessarie, è stata prelevata dal campo di Hassai Rabuni nella notte tra sabato 22 e domenica 23 ottobre 2011, insieme a due cooperanti spagnoli, Ainoha Fernandez de Rincon ed Enric Gonyalons.

Dopo due mesi di silenzio, la prova che Rossella sia ancora viva avviene il 12 dicembre 2011, quando viene mostrato un video a un giornalista dell’Afp. Nel filmato  di due minuti, sono inquadrati i volti di un uomo e di due donne, preceduti dal nome dell’organizzazione terroristica, dissidente di Al Qaeda che ha rivendicato il sequestro: Il Movimento Monoteista per la Jihad in Africa Occidentale. Dalle immagini Rossella è vestita con una tunica blu e porta un velo giallo e dietro di lei si vedono uomini armati, coperti da un turbante.

Dal 12 dicembre il caso è caduto nel dimenticatoio mediatico mentre sul web sono nate pagine e gruppi per attirare l’attenzione dei media e quindi del Governo per spingere verso la liberazione di Rossella.


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