di Valentina Severin
Il Qatar investe nelle banlieues parigini. E non si tratta della trama di un film di fantascienza. Succede a Valibout, quartiere a est di Parigi popolato soprattutto da immigrati.
DIMENTICATI – I palazzi cadono a pezzi, per giorni manca l’elettricità o l’acqua, le strade sono dissestate e i ratti gironzolano insieme ai cani randagi. Gli abitanti di Valibout lamentano da tempo la completa noncuranza e il disinteresse dell’amministrazione locale e si sono riuniti in un’associazione per chiedere che al quartiere, sorto negli anni Settanta, venga restituita la dignità che merita. La spesa prevista per la ristrutturazione dei palazzi di Valibout è di circa 51 milioni di dollari, che l’amministrazione locale pensa di recuperare alzando il costo degli affitti. Abderrezak Kachan, guida del comitato di quartiere, ha dunque pensato di chiedere un aiuto esterno: “Ho letto sul giornale che stavano lanciando un fondo di investimento e ho pensato: perché non dovremmo beneficiarne?”, ha spiegato Kachan a globalpost.com.
FONDI DAL MEDIO ORIENTE – Lo scorso dicembre, infatti, l’ambasciata del Qatar a Parigi aveva annunciato che avrebbe avviato un fondo per sostenere l’imprenditoria nelle aree povere dei sobborghi francesi. “Non si tratta di carità – ha sottolineato l’ambasciatore del Qatar Mohamed Al-Kuwari al quotidiano Le Monde – Miriamo a progetti seri, ragionevoli, solidi e a lungo termine, in tutte le aree”. Come il Fbc Paris Saint-Germain, nel quale l’emirato ha già investito. L’iniziativa di Kachan, però, ha diviso i residenti di Valibout, che temono di irritare l’amministrazione locale e subirne le conseguenze: “È un attacco alla sovranità statale – commentano – Non siamo una società di calcio. Se il Qatar ci dà qualcosa, vorrà qualcos’altro il cambio”.
PERCHÉ IL QATAR INVESTE IN FRANCIA? – Nabil Ennasri, presidente di un gruppo che rappresenta i francesi musulmani, pensa piuttosto che il Qatar punti a creare una rete di sostenitori in Francia. “Vuole svolgere un ruolo più rilevante nelle relazioni internazionali – spiega Ennasri a globalpost.com – e negli ultimi quindici anni è divenuto molto attivo nello sport, nella politica, nei media, nella religione e nella cultura”. Finanziando progetti che coinvolgano i francesi musulmani il Qatar investirebbe in persone che potrebbero portare avanti i suoi interessi.
UN CASO IMBARAZZANTE – “È imbarazzante vedere che altri valorizzano e promuovono talenti nei nostri sobborghi – commenta con amarezza lo scrittore Banjamin Pelletier – È un chiaro segno che abbiamo fallito e abbandonato queste aree”. Pelletier nota, inoltre, che nella misura in cui la presenza del Qatar in Francia diverrà più visibile, l’emirato dovrà difendere attivamente la propria immagine. “Dal punto di vista diplomatico, è sempre più interessante se a esprimere il tuo messaggio è la popolazione locale”, spiega Pelletier a globalpost.com. “I francesi non crederanno a ciò che dirà loro l’emiro del Qatar – conclude – ma daranno ascolto al portavoce di una start-up nei sobborghi francesi”.
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