Per la prima volta nella storia, le migliaia di abitanti del “villaggio ribelle” di Wukan, nel sud della Cina, potranno eleggere liberamente i membri del loro comitato di villaggio. Le elezioni, un raro esempio di libertà in un Paese sul quale il Partito comunista ha mantenuto per 60 anni un rigido controllo sull’attività politica, coinvolgeranno 8mila persone che da tempo protestavano contro le autorità.
Nel settembre dell’anno scorso infatti iniziò una rivolta contro la confisca e la svendita di terreni a una joint venture sino-hongkonghese, e a dicembre l’insofferenza nei confronti dei leader locali del Partito aveva provocato una ribellione.
La ribellione, messa in risalto anche dalla stampa internazionale, è stata più volte sedata e censurata, ma ha continuato a vivere sui microblog e piccoli siti. Alla fine il governo provinciale è stato costretto a fare alcune concessioni, tra cui lo svolgimento di elezioni libere, che si sono tenute in un’atmosfera di festa paesana nel cortile di una scuola elementare.
Profilo dell'autore

- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
Asia & Oceania22 Dicembre 2024Yasuke, il samurai africano che stupì il Giappone del XVI secolo
Europa22 Dicembre 2024Come i nazisti si appropriarono del nudismo socialista per veicolare il mito della razza ariana
Nord America21 Dicembre 2024“Uccidi l’indiano, salva l’uomo”: La storia dimenticata dei collegi per i nativi americani
Asia & Oceania21 Dicembre 2024Wu Zetian, l’imperatrice che riscrisse le regole del potere in Cina
[…] settemila elettori hanno votato per eleggere i sette membri del comitato di villaggio nella ribelle Wukan. Le elezioni, svolte regolarmente, sono state completamente autogestite da un apposito comitato i […]