Due persone sono morte e una decina sono rimaste ferite dopo le risse esplose alle stazioni di benzina egiziane, dove da alcuni giorni si formano lunghe code per fare il pieno di carburante, soprattutto gasolio, provocando giganteschi ingorghi. È la seconda crisi della benzina in poco più di un mese ed ha provocato l’aumento fino a tre volte del prezzo del gasolio. La crisi è stata aggravata dallo sciopero dei mezzi pubblici che ha costretto molti ad usare mezzi privati e che, secondo alcune fonti, ha portato ad una riduzione del 30% della consegna di merci con conseguente aumento dei prezzi.
Il ministro degli approvvigionamenti, Gouda Abdel Khalek, ha affermato che la crisi deriva dalla mancanza di sicurezza dopo la rivoluzione di gennaio, affermando che il suo ministero adotterà le misure necessarie per assicurare la distribuzione e bloccare il mercato nero. Il ministro ha accusato apertamente Magdi Rasekh, suocero di Alaaa Mubarak, uno dei due figli dell’ex rais Hosni Mubarak, che fa parte del consiglio di amministrazione della principale impresa egiziana di distribuzione del carburante, di essere dietro questa crisi. Una fonte militare ha riferito all’agenzia Mena che il Consiglio delle forze armate è in contatto con i paesi “fratelli” per risolvere la crisi del carburante.
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