di Ebla Ahmed
Marcelo Fuentes è nato a Santiago del Cile il 12 Aprile 1974. Si è trasferito in Italia a 12 anni insieme ai genitori, Peggy e Tony, e ai suoi due fratelli Claudio e Gonzalo. Inizia quasi per caso, a 20 anni, la sua carriera di modello e indossatore a Milano, sfilando per le passerelle di grandi nomi della moda: Pignatelli, Original Marines, Fila, Walter Show. Viene scelto come testimonial nazionale per la campagna pubblicitaria Amsteel Beer ed Original Marines, è protagonista del videoclip “Prima o poi” di Michele Zarrillo e di “Hey” di Paola e Chiara. Partecipa anche a vari programmi telelevisivi: Quelli dello Smoking, Quelli che il calcio, La Grande Notte, Vero Amore, L’Uomo Perfetto, I soliti ignoti, ma diventa un personaggio popolare grazie al successo riscosso, prima come corteggiatore e poi come tronista a “Uomini e Donne”.
Di lui si conoscono gli amori passati, i flirt attuali, il gossip insomma. Ma sapete, ad esempio, qual è il suo piatto preferito? La pasta alla carbonara. La sua squadra del cuore? L’Inter. Vi basta? Perché c’è anche un altro particolare che non sapete: Marcelo Fuentes, simbolo di una parte di giovani italiani, abita a Roma, ma non ha ancora la cittadinanza italiana e tuttora vive e lavora nel nostro paese con una carta di soggiorno. Nel suo caso, quindi, non bastano 27 anni, un percorso scolastico e il diploma in ragioneria. Niente. Marcelo, per lo stato, non è italiano.
“Ricordo ancora il primo giorno che sono arrivato a San Benedetto del Tronto – racconta – all’inizio ho avuto difficoltà a integrarmi, ma, imparata la lingua, è stato facile costruirmi una vita qua”. Marcelo inoltre sostiene che forse è stata la sua religione cattolica (la stessa del paese d’origine) ad aiutarlo a capire la cultura italiana. L’intervista è interessante e diventa una chiacchierata che mi fa capire che dall’altra parte della cornetta c’è una persona italiana al cento per cento. Anzi, fammi dire di più: Italiano Doc. Ed è lui stesso a ripetermelo più volte: “Sono italiano, perché lo stato non lo riconosce?”. Nonostante questo, giustamente, non rinnega le sue origini: “Sono tornato in Cile due volte in 27 anni. Ma, da quando ero piccolo, mi sono formato qui. Ho tutte le usanze del tipico italiano: vado al bar per parlare di calcio, non perdo una puntata della Domenica Sportiva, bevo caffè. Più di così che devo fare? Devo questo anche ai miei amici dai quali ho assorbito il meglio di questo paese che amo e di cui mi sento parte”.
Marcelo, per tutti questi motivi, è un forte sostenitore della campagna “L’Italia sono anch’io” ed è pronto anche a impegnarsi in prima persona per questa causa: “L’Italia dovrebbe aderire a questa proposta di legge. In altri paesi è tutto più agevolato. Inoltre anche gli italiani sono emigrati tanto tempo fa e dovrebbero capire l’importanza della campagna. Alla fine anche loro sono diventati cittadini di altri Paesi”. Marcelo Fuentes sottolinea anche l’importanza della legalità: “Se uno straniero sbaglia – dice – deve pagare al pari di un italiano, ma se cresce, paga tasse, lavora onestamente perchè non deve avere la cittadinanza? Perché deve restare un fantasma? Un cittadino di serie B? L’Italia è un paese importante e dovrebbe far da testa a queste iniziative in Europa, non da coda”, anche perché, secondo me – aggiunge – le cosiddette Nuove Generazioni Italiane sono un arricchimento per il paese. In più vorrei dire che Beppe Grillo ha torto quando dice che questo è problema secondario. E’ importante e va risolto. Forse dice così solo perché non lo tocca da vicino?”. Marcelo dopo tutta questa chiacchierata, lo denominerei “il tronista che non ti aspetti”. Si pensa sempre a questi ragazzi solo come bei modelli, i classici “belli che non ballano”, invece lui sa parlare di tutto con estrema semplicità, si informa ed è capace di raccontarsi. “Il momento più umiliante è quando devo andare negli uffici della questura a rinnovare il permesso di soggiorno. Lì ti fanno sentire straniero. Tra l’altro, grazie al successo che ho riscosso nel mio lavoro di modello e, in particolare, in televisione, molti ragazzi che vivono in Italia ma con origine come le mie in America Latina, mi hanno cercato, chiesto aiuto e consigli. Loro mi vedono come uno che ce l’ha fatta. In realtà, se è vero che nel lavoro ho avuto fortuna, oggi ci tengo molto a risolvere questa questione. E se quel poco di popolarità che ho acquisito può servire a qualcosa, io mi metto totalmente a disposizione per la campagna “l’Italia sono anch’io”. Addirittura, prima di salutarci, mi sorride e dice: “Lo sai cosa rispondo alle persone che mi dicono tornatene al tuo paese? Guarda che ci sono già. L’Italia è il mio paese”. Del Cile, probabilmente, gli è rimasto solo il ballo latino, come i telespettatori di “Uomini e Donne” avranno notato. “Quello ce l’hai nel sangue”, afferma! E io a questo punto penso solo una cosa: forse era meglio che il sangue l’avesse italiano. Almeno avrebbe avuto la cittadinanza “ius sanguinius”. Come me.
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Bella intervista queste cose non si sapevano di Marcelo. E’ un grande non si arrende mai.E pensare che sembrava solo un bello che non ballava invece….