di Paola Totaro
Daniela, 18 anni, è morta nell’esplosione nella sua auto. La madre della vittima ha raccontato agli inquirenti come sua figlia fosse costantemente minacciata dal suo ex partner, e che la terribile fine di sua figlia non poteva trattarsi di un incidente.
Una donna di 60, è stata uccisa dal suo partner con un colpo alla testa apparentemente per problemi coniugali. In seguito l’assassino si è suicidato con la stessa arma.
Florencia, 22 anni. Diversi colpi di pistola 9 mm, di proprietà del suo ex compagno, le hanno stroncato la vita. La ragazza aveva sporto numerose denunce di violenza nei confronti dell’uomo.
Roxana, 43 anni, è stata uccisa dal suo ex partner di fronte al loro figlio di 8 anni. L’omicida, che apparteneva alla Polizia Federale ed era stato già segnalato per violenza ai danni della donna, ha poi tentato il suicidio.
Questi quattro terribili omicidi sono solo una parte dei centinaia che ogni anno si verificano in Argentina. Secondo l’Osservatorio sugli omicidi di genere, nello stato sudamericano, solo nel 2011 ben 282 donne sono state uccise da familiari, compagni o ex compagni. Anche se ancora non sono disponibili statistiche ufficiali sul fenomeno, i numeri sono impressionanti e la politica ha deciso di correre ai ripari.
Ieri, con 203 voti a favore, nessun contrario e un’astensione, la Camera dei Deputati argentina, ha approvato un disegno di legge che inserisce il femminicidio nel codice penale. Nato sulla base di ben 13 proposte di parlamentari sul tema, il progetto di legge che le riassume, una volta approvato modificherebbe le sezioni 1 e 4 dell’articolo 80 del Codice Penale argentino, includendo come “fattore aggravante” del crimine, il legame sentimentale tra l’assassino e la vittima.
“Per coloro che uccidono un ascendente, discendente, coniuge o persona con la quale egli sostiene, ha mantenuto o ha provato senza successo ad iniziare una relazione”, la pena potrebbe essere anche l’ergastolo. Tra i fattori aggravanti potrebbero essere inclusi l’omicidio di “una persona di sesso femminile, quando l’atto è perpetrato da un uomo con la violenza di genere” e quando l’omicidio viene effettuato “come mezzo per infliggere sofferenza ad una persona abbia mantenuto stia mantenendo un rapporto”.
Parla di “una questione pubblica da risolvere da parte dello Stato perché si radica in cause sociali, culturali ed economiche”, il presidente della commissione sul diritto penale, Oscar Albrieu, il quale ha poi aggiunto che il crimine “non è nuovo come una forma estrema di violenza contro le donne”.
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