“Aung San Suu Kyi è stata eletta nel Parlamento birmano”. Lo annuncia il partito del premio Nobel per la pace, Lega nazionale per la democrazia, citato dai media americani. L’annuncio, scrivono i media Usa, è comparso su un pannello digitale che campeggia davanti al quartier generale del partito. Al momento non ci sono conferme ufficiali.
In realtà di ufficiale per ora sembra esserci solo la rivendicazione della Lega nazionale per la democrazia della conquista di un seggio in Parlamento da parte della leader nel voto suppletivo che si è tenuto oggi in Birmania. I risultati ufficiali, però, non sono ancora stati diffusi.
Nei 45 collegi dove si è votato per le elezioni suppletive i seggi si sono chiusi alle 11:30 italiane e, a meno di improbabili colpi di scena, il premio Nobel per la pace dovrebbe riuscire ad arrivare in Parlamento, nonostante le ripetute segnalazioni di irregolarità da parte dell’opposizione, non ancora confermate dagli osservatori stranieri.
Ai seggi e al loro esterno non si sono verificate violenze, ma le accuse di brogli e inesattezze nella preparazione del voto sono diffuse: si va dalle persone impossibilitate a votare perché non comparivano nelle liste, a schede con segni che rendevano impossibile votare la “Lega nazionale per la democrazia” di Suu Kyi, a denunce di autorità locali che raccoglievano preferenze casa per casa.
Il portavoce dell’Nld, Nyan Win, ha dichiarato che il partito presenterà un reclamo formale presso la Commissione elettorale. Lo spoglio è iniziato a seggi appena chiusi, ed è probabile che l’attesa elezione di Suu Kyi nel distretto rurale di Kawhmu verrà festeggiata già in serata. Per un quadro definitivo della esatta ripartizione dei seggi servirà però attendere almeno qualche giorno.
Liberata nel novembre 2010 dopo sette anni agli arresti domiciliari (e 15 degli ultimi 22 passati in detenzione), negli ultimi mesi Suu Kyi, 66 anni, ha finalmente riabbracciato un popolo che in larga parte l’adora, in comizi dove è stata accolta come una rockstar da centinaia di migliaia di sostenitori in festa. Prima di lanciarsi in una campagna elettorale nazionale che ha messo a dura prova le sue forze, Suu Kyi aveva già un’agenda fitta: oltre a lavorare al rilancio della sua Lega Nazionale per la Democrazia (Nld), ha incontrato ministri degli esteri, diplomatici e investitori stranieri. L’atteggiamento del Nobel per la Pace, in passato conosciuta come una “irriducibile” poco disposta a qualsiasi compromesso con l’ex giunta militare, è nel frattempo cambiato. Già prima del rilascio aveva adottato un approccio più pragmatico, tendendo la mano al regime (senza essere corrisposta) e segnalando il bisogno di giungere a una riconciliazione.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Americhe20 Dicembre 2024Usare l’AI per ridare un’identità a 10 milioni di schiavi afroamericani
- Centro e Sud America20 Dicembre 2024Capoeira, la ‘danza’ che preparava gli schiavi alla libertà
- Nord America19 Dicembre 2024La vita straordinaria di Elizabeth Miller, da Vogue a reporter di guerra
- Europa19 Dicembre 2024La doppia vita di Solomon Perel, nella Hitlerjugend per sopravvivere all’Olocausto
[…] (Birmania). La premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione birmana ed eletta nelle ultime elezioni suppletive, siederà finalmente alla Camera bassa del Parlamento. Lo rende noto un portavoce del suo partito, […]