Di Luca Jacoponi
Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, Somalia e Yemen sono solo alcune delle nazioni di matrice islamica che condannano a livello legale l’omosessualità, paesi dove per questo c’è la pena di morte. La storia di Ludovic Mohamed Zahed, francese di origini algerine, sembra quindi essere un raggio di sole in una giornata nuvolosa. Il trentacinquenne, musulmano praticante, si è sposato a febbraio con il suo compagno sudafricano Qiyam al-Din. A celebrare la funzione è stato Jamel, l’Imam della Moschea di Sevran, in Francia.
I due si erano precedentemente sposati legalmente in Sudafrica, dove i matrimoni gay sono legali, ma non avendo potuto legalizzare la loro unione sul suolo francese si sono rivolti alla moschea. All’interno della cerimonia, la medesima usata per le coppie eterosessuali, l’Imam ha inserito preghiere cristiane ed ebree in onore degli amici ebrei e cattolici degli sposi.
Il rapporto religione-omosessualità è sempre stato molto confuso, un po’ meno per l’ebraismo, basato più su voci diffuse che su la realtà. A sentir parlare Malek Kebel, antropologo e studioso dell’Islam, “nel Corano, l’omosessualità è considerata un male contro cui bisogna proteggersi. Tutto questo è detto in poche righe davvero terribili.”
C’è invece chi cerca una via comune e apre al dialogo. Lo stesso Ludovic Mohamed Zahed ha fondato un’associazione per la difesa dei diritti degli omosessuali musulmani, la HM2F (Omosessuali Musulmani di Francia)e ha scritto un libro dal titolo “Il corano e la carne” (“Le Coraine et la Chair”) dove tenta la riconciliazione tra Islam e Omosessualità.
La notizia è tanto più scottante tra i nostri vicini d’oltralpe, in vista del primo turno delle elezioni presidenziali del 22 aprile. Il candidato socialista, Francois Hollande, attualmente favorito nei sondaggi, ha già inserito nel suo programma elettorale il matrimonio e l’adozione per le coppie gay.
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