I supermercati britannici che boicottano i prodotti israeliani fatti in Cisgiordania

Boicottaggio delle aziende agricole israeliane con produzione anche negli insediamenti cisgiordani. E’ quanto si appresta a fare, secondo il quotidiano israeliano Haaretz , Co-op, una delle principali catene di supermercati britannici.  Sebbene da alcuni anni ormai i rivenditori britannici si avvalgono di una differente etichettatura per i prodotti coltivati ​​o fabbricati in insediamenti, questo sarebbe il primo caso di boicottaggio da parte di grande azienda di distribuzione. La Co-op, infatti, rappresenta la quinta catena di supermercati britannici. Le aziende che saranno maggiormente colpite dallo stop ad ogni rapporto con chi produce i propri prodotti all’esterno della «linea verde» saranno tre: Agrexco, Mehadrin e Arava. La compagnia precisa però che non si tratta di un boicottaggio di Israele e che non interromperà i propri affari con le altre aziende israeliane.

Già nel 2009, afferma il quotidiano israeliano, il governo britannico, in linea con la politica dell’ex Primo Ministro Gordon Brown, aveva pubblicato delle linee guida per i rivenditori affinchè operassero un’etichettatura chiara tra i prodotti realizzati negli insediamenti, quelli palestinesi e quelli prodotti all’interno della Linea Verde. Il rifiuto da parte del governo israeliano di rispettare queste norme rappresentò a lungo uno dei principali punti di discordia tra i due governi.

La decisione è stata accolta favorevolmente dal Boycott Israel Network che esorta le altre aziende a seguire l’esempio della Co-op che ha assunto un ruolo guida a livello internazionale con questa storica decisione” che tiene conto delle violazioni di Israele dei diritti umani nei confrotni dei palestinesi. Aspro e categorico, invece, il rifiuto da Israele.  “E’ un peccato vedere come, chi apparentemente finge di contribuire alla pace e alla riconciliazione avanzi proposte negative di boicottaggi e inietti un atmosfera di tensione e ampli la distanza tra le parti coinvolte. Sarebbe essere prudente, invece, cercare un approccio più positivo alla risoluzione dei conflitti”, ha affermato il Ministro degli Esteri.

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Valentina Ersilia Matrascìa


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