di Valentina Ersilia Matrascìa
La denuncia del regista Francesco Sperandeo ha portato all’attenzione del mondo intero, in particolare attraverso internet e i social network, il trattamento dismano di alcuni agenti ai danni di due migranti respinti dall’Italia avvenuto sul volo Alitalia Roma-Tunisi delle 9.20 del 18 aprile 2012. La foto scattata dal regista ritraeva, come si legge nella didascalia, i due con del “nastro marrone da pacchi attorno al viso per tappare la bocca ai due e fascette in plastica per bloccare i polsi”.
L’INTERROGAZIONE – Affinchè si faccia luce sulla vicenda, i senatori Vincenzo Vita, Roberto Della Seta e Alberto Maritati hanno presentato un’interrogazione urgente a risposta orale al governo chiedendo che questo intervenga “con decisione per porre fine a un procedere che non trova giustificazione né dal punto di vista umano né tanto meno da quello del diritto penale” e, come si legge nell’interrogazione parlamentare, “se risulta vero che tra le modalità di intervento delle operazioni di polizia sussista l’applicazione di nastro adesivo quali misure il governo intenda adottare per mettere in luce ciò che è accaduto”. Contestualmente, il capo della polizia, Manganelli, ha chiesto alla polizia di frontiera un’accurata relazione in proposito e la procura di Civitavecchia, che ha competenza territoriale anche sull’aeroporto di Fiumicino, ha aperto un’inchiesta sull’accaduto.
Stando alle indagini finora svolte, non si tratterebbe di due cittadini tunisini come inizialmente si pensava ma di due cittadini
algerini che avrebbero fatto scalo tecnico a Roma con un volo che da Tunisi doveva portarli in Turchia. Una volta arrivati a Fiumicino i due avrebbero rifiutato per due volte di imbarcarsi sul volo diretto in Turchia facendo così scattare la procedura di respingimento verso il luogo di partenza, cioè Tunisi. Dalle agenzie si apprende inoltre che “fonti della polizia precisano che ai due, algerini, è stata applicata una mascherina fermata con del nastro adesivo dopo il respingimento, per la tutela degli altri passeggeri del volo. I due immigrati, che avevano rifiutato due volte l’imbarco, hanno tentato di ferirsi alla bocca, mordendosi, per poi sputare sangue addosso alle persone ed evitare il reimbarco”.
“Spero che sia un fatto isolato. Si tratta di un trattamento disumano e per tale motivo abbiamo chiesto al Ministro degli interni di riferire in Parlamento” afferma il Senatore Vincenzo Vita. “Mi auguro – aggiunge – che il fatto non rimanga senza conseguenze. Ovviamente, saranno gli organi competenti ad occuparsene. Però i parlamentari possono e devono intervenire attraverso il sindacato ispettivo, come l’interrogazione per richiamare l’attenzione del governo su tale vicenda”.
Decisamente scettico sulle politiche italiane in campo di immigrazione e dei respingimenti basate più sulla paura verso l’altro che
sull’integrazione. “La legge Bossi-Fini è assolutamente una vergogna. Una legge – afferma il senatore – bocciata dalla Corte europea e da Amnesty international. L’attuale governo ha creato un apposito ministero per l’integrazione e la coesione sociale, questo lascia riflettere. E sperare..”. Proprio queste politiche basate sulle paura, secondo Vita, sarebbero la causa della totale indifferenza che, come emerge anche della denuncia di Sperandeo, hanno dimostrato gli altri passeggeri del volo di fronte a quanto avveniva.
LE COLPE DEI MEDIA “I media si occupano maggiormente di «extracomunitari violenti» piuttosto che di immigrati che vedono nell’Italia una speranza per il loro futuro ed invece trovano un rifiuto. Inoltre, anche la chiusura delle sedi Rai estere è collegata alla problematica. Perché un servizio pubblico che non offre «finestre sul mondo» porta a chiuderci nelle nostre case, nel nostro quotidiano, a non conoscere «l’altro» che viene percepito come diverso da noi”.
IL RAZZISMO IN ITALIA Il razzismo è mancanza di conoscenza e problema culturale che purtroppo continua ad esser presente nel nostro paese – che ha portato, tra le altre all’aggressione avvenuta a nei giorni scorsi sulla metro a Roma ai danni di un docente indiano, in Italia dal 2001, da parte di un diciannovenne che “dovrebbe essere un nativo digitale, una persona aperta al globale, alla conoscenza, alla cultura” nei confronti del quale la polizia ha formulato la sola accusa di lesioni escludendo, almeno per il momento, il movente razziale per l’aggressione – nel quale “tuttavia, ci sono belle realtà fatta di pacifisti, attivisti. Il 15 aprile ricorreva il ricordo della morte di Vittorio Arrigoni, a un anno dalla morte. Risulta più che mai attuale il suo «Restiamo umani»”.
INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA ORALE IN AULA
Al Ministro degli Interni
Premesso che: Francesco Sperandeo, filmmaker siciliano sul volo Alitalia Roma Tunisi delle 9.20 del 18 aprile 2012 ha scattato una foto che ritraeva ciò che descrive in un post pubblicato sul suo profilo del social network Facebook: “Guardate cosa è accaduto oggi sul volo Roma -Tunisi delle 9,20 Alitalia. Due cittadini tunisini respinti dall’Italia e trattati in modo disumano. Nastro marrone da pacchi attorno al viso per tappare la bocca ai due e fascette in plastica per bloccare i polsi. Questa è la civiltà e la democrazia europea.”;
Sperandeo denuncia di aver richiesto agli agenti di trattare “in modo umano” i due tunisini, tuttavia gli è stato intimato- in modo arrogante – di tornare al suo posto in quanto si trattava di una normale operazione di polizia; sulla vicenda il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha chiesto una relazione con una prima ricostruzione del fatto all’Ufficio di polizia di frontiera dell’aeroporto di Fiumicino. In seguito valuterà se disporre ulteriori accertamenti; gli investigatori hanno già qualche elemento in possesso: non si tratterebbe di due tunisini ma algerini, che avrebbero fatto scalo tecnico a Roma con un volo che da Tunisi doveva portarli in Turchia.
Arrivati a Fiumicino la mattina del 15 aprile, avrebbero rifiutato per due volte di imbarcarsi sul volo diretto in Turchia. A quel punto le autorità avrebbero fatto scattare la procedura di respingimento che prevede di riportarli nel luogo dal quale sono partiti e, dunque, Tunisi; fonti della polizia, citate dall’agenzia Ansa, sottolineano che la decisione di mettergli una mascherina fermata con il nastro adesivo sarebbe stata presa per la sicurezza degli altri passeggeri.
Si chiede di conoscere dal Ministro competente se risulta vero che tra le modalità di intervento delle operazioni di polizia sussista l’applicazione di nastro adesivo; quali misure il governo intenda adottare per mettere in luce ciò che è accaduto.
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