Israele: 1.200 detenuti in sciopero della fame

Circa 1.200 detenuti palestinesi sono in sciopero della fame – la “Battaglia dello stomaco vuoto” – una protesta contro le condizioni di vita nelle carceri israeliane e detenzioni frutto di “arresti amministrativi”, senza processo e solo sulla base di indizi, contro la quale hanno lottato, facendo per settimane lo sciopero della fame, prima Khader Adnan e poi Hana Shalabi.

Adnan ieri sera e’ stato scarcerato, come previsto dall’accordo raggiunto dai suoi avvocati con le autorità israeliane. “Gli scioperi della fame sono un ottimo ed efficace mezzo, forse l’unico, grazie al quale i prigionieri possono davvero ottenere qualcosa”, afferma Hana Shalabi.

Sebbene Shalabi non abbia negato come la sua prolungata astinenza da cibo – 43 giorni di sciopero in totale – “fosse stata fisicamente molto dura,” non ha mai smesso di rimarcare come “il suo morale fosse alto.”

Secondo le stime dell’Associazione per il Supporto e i Diritti Umani dei Prigionieri-Addameer, il numero odierno di detenuti palestinesi detenuti nelle carceri israeliane ammonta a più di 4600 individui. Tra questi, almeno 320 sono prigionieri in detenzione amministrativa, cioé all’oscuro dei reali motivi dietro la loro prolungata detenzione, privi di qualsivoglia diritto a un normale processo e in totale balia del volere dei giudici militari israeliani.

A dare il là allo sciopero della fame sono stati alcuni prigionieri in detenzione amministrativa. Essi si sono fatti promotori di una campagna di sensibilizzazione volta ad abbracciare l’intera e numerosissima classe di prigionieri palestinesi vittime di diversi maltrattamenti – isolamento, torture e abusi sia verbali che fisici, illegale deportazione dai territori occupati alle carceri situate nel territorio israeliano ecc. – da parte degli appuntati israeliani.

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Tra gli 11 detenuti in questione, due rifiutano il cibo da 46 giorni. Secondo ciò che riportano i Medici per i Diritti Umani, il ventisettenne Bilal Diab, detenuto con procedura amministrativa dall’agosto scorso, ha cominciato a non accettare alcun tipo di soluzione fisiologica e ha perso conoscenza numerose volte. Tha’er Halahi, che di anni ne ha 34, è invece in detenzione amministrativa da 22 mesi, pena che si va a sommare ad altre cinque scontate da lui precedentemente.


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