Il governo di Netanyahu rischia di sfaldarsi sulle case dei coloni in Cisgiordania. Qualora venissero sgomberate trenta famiglie di coloni nell’insediamento di Beit El (presso Ramallah, in Cisgiordania) e quindi demolite le loro abitazioni il governo potrebbe andare in crisi. L’avvertimento è giunto ieri dal vicepremier Moshe Yaalon (Likud). Questi si oppone fermamente alle demolizioni, ordinate dalla Corte Suprema di Gerusalemme dopo aver stabilito che quegli edifici sono stati costruiti su terre private palestinesi. In base alle istruzioni della Corte Suprema, la rimozione delle famiglie di coloni dovrà essere completata entro il primo maggio 2012. Ma diversi ministri del Likud si oppongono e stasera saranno a Beit El per esprimere solidarietà agli abitanti. Secondo Yaalon, il ministro della difesa Ehud Barak (ex laburista, ed ora leader del partito centrista Atzmaut) ha approvato lo sgombero dei coloni per considerazioni di politica interna e nel desiderio di guadagnarsi consensi a sinistra. Barak ha replicato che Yaalon si è ormai schierato con la corrente radicale nel Likud, guidata dal colono Moshe Feiglin. Secondo gli analisti, Netanyahu concorda nella sostanza con Barak. Ma ancora non è chiaro se e come potrà sanare le crescenti divergenze nel Likud.
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