di Luca Iacoponi
Negli ultimi vent’anni le parole “diritti umani” sono state stuprate dalle Democrazie occidentali. A raccontarcelo è Massimo Fini con “La guerra democratica”.
Dal 1991 a oggi otto sono stati i conflitti avviati sotto la bandiera della democrazia: “guerra del Golfo (1991), Somalia (1992), Bosnia (1995), Serbia (1999), Afghanistan (2001), Iraq (2003), ancora Somalia per interposta Etiopia (2006), e infine Libia (2011). E altre ne minacciano: alla Siria e sopratutto all’Iran.” spiega Fini.
Tra questi, l’unico legittimo secondo il diritto internazionale è il primo. Saddam Hussein aveva infatti invaso lo stato sovrano, il Kuwait, peraltro nazione creata nel ’60 dagli Stati Uniti per i loro interessi petroliferi.
“La guerra democratica si fa, ma non si dichiara.” dice Fini. Il conflitto viene coperto da giochi linguistici come “Operazione di polizia internazionale”, “peacekeeping” e “missione umanitaria”.
Perché queste pseudoguerre superano il cavillo della “non ingerenza militare negli affari interni di uno Stato sovrano” patrocinando valori universali come i violentati “diritti umani”.
In realtà, sostiene il giornalista, questi conflitti nono sono neanche più definibili guerre “perchè ne manca l’essenza: il combattimento”. Lo stato “democratico” sovrasta l’altro per sistemi digitalizzati, robot e sopratutto per la presenza di missili teleguidati a oltre dieci mila chilometri di distanza.
“L’esempio classico”, continua lo scrittore,“è quello della guerra Iran-Iraq. Quando nel1985 l’esercito di Khomeini stava per prendere Bassora concludendo così la guerra, gli americani e i francesi intervennero in appoggio a Saddam Hussein, per motivi “umanitari” (…), fornendogli ogni ogni genere di armi, comprese quelle di distruzione di massa, col risultato di prolungare la guerra di altre tre anni e di portare il bilancio dei morti da mezzo milione a un milione e mezzo”.
L’ acuta analisi del giornalista solleva anche la questione di come coloro che si battono contro un’occupazione, che il mondo vuol far vedere come “democratica”, siano definiti criminali e “i loro capi, politici e militari, vengono trascinati davanti al tribunale internazionale dell’Aja per i crimini di guerra”.
Il libro è edito da chiarelettere, la stessa casa che pubblica Travaglio, ed è in uscita domani, giovedì 19 aprile.
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