Continua la rivolta in Mali, con i guerriglieri tuareg che hanno conquistato la città di Timbuktu, ultima città nel nord del Paese ancora sotto il controllo del governo di Bamako, e sembrano essere momentaneamente decisi ad interrompere la loro avanzata verso il sud del Paese.
I tuareg del Fronte di Liberazione dell’Azawad (MNLA) sono stati favoriti dalla forte presenza araba nella regione centrale, oltre che dalla ritirata delle truppe dell’esercito regolare.
La regione desertica dell’Azawad, nel Sahel africano, è il territorio che storicamente è sempre stato popolato da gente di etnia Tamashek, che da diversi mesi sono in conflitto con i Tuareg, specialmente intorno alle città di Gao, Kidal e la stessa Timbuctu. Uno dei capi del Movimento MNLA, Haga Had Mahmoud, ha dichiarato pubblicamente che la ribellione ha l’obiettivo di non oltrepassare i confini dell’Azawad: “Non vogliano creare disordini al governo centrale del Mali, né sconvolgere gli equilibri della regione di Azawad. Il nostro obiettivo non è quello di fomentare una guerra nazionale, ma di garantire la libertà nel nostro territorio. Lo abbiamo raggiunto e quindi ci fermiamo”.
In Mali da pochi giorni è stato attuato un colpo di stato militare che ha deposto il governo di Amadou Toumani Toure e ha portato al potere una giunta di ufficiali dell’esercito, i quali hanno diffuso il messaggio secondo il quale lo scopo del golpe era quello di restituire il potere al popolo.
Oggi, a Dakar, capitale del Senegal, è in programma un vertice dei Paesi dell’Africa Occidentale per analizzare la situazione.
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