Solo pochi mesi fa gli indignati a stelle e strisce si radunavano in migliaia contro la finanza spregiudicata e il capitalismo selvaggio. Ma a sei mesi dall’inizio delle proteste arriva la prima bandiera bianca: via twitter gli attivisti di Occupy Boston hanno annunciato lo scioglimento del movimento a causa di un non meglio precisato «cambiamento introspettivo riguardo la mancanza di democrazia e gli interessi dei banchieri». Del resto «la novità è svanita e i seguaci sono calati. Devono inventarsi qualcosa di diverso per connettere le persone ai quattro angoli del Paese», ha detto al New York Times Neera Tanden, presidente del Center for American Progress, un’organizzazione liberal che ha incoraggiato le proteste. Per quanto riguarda la sezione più nota, quella newyorese, Bill Csapo, 58 anni, membro di “Occupy Wall Street”, ha ammesso che il gruppo si è sfilacciato dopo il blitz della polizia a Zuccotti Park in novembre, pur non avendo l’intenzione di mollare. «Le persone cacciate dal campo base sono ancora in attività – ha spiegato – Non è un gioco, stiamo cercando di salvare la nostra civiltà».
E pensare che nei mesi scorsi il movimento è riuscito ad avere una notevole influenza sul dibattito nazionale tanto che a dicembre – secondo un sondaggio di Pew Research Center – il 48% degli americani diceva di concordare con le preoccupazioni sollevate dagli indignati, anche se solo il 29 per cento approvava il modo in cui sono state condotte le proteste.
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