di Paola Totaro
Il 23 aprile prossimo sarà una giornata importante per il Myanmar (Birmania). La premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione birmana ed eletta nelle ultime elezioni suppletive, siederà finalmente alla Camera bassa del Parlamento. Lo rende noto un portavoce del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia (Lnd).
Per San Suu Kyi, deputata per la circoscrizione rurale di Kawhmu, vicino Rangoon, sarà la prima apparizione come rappresentante del popolo, dopo ben 15 anni di arresti domiciliari.
Ieri San Suu Kyi ha incontrato i capi dei ribelli della minoranza etnica Karen. Si è trattato del primo gesto politico importante dopo la sua elezione al parlamento di una settimana fa.
La premio Nobel ed i rappresentanti dell’Unione Nazionale Karen, a Rangoon, hanno discusso per circa due ore ed al termine, il segretario generale della KNU, Zipporah Sein, ha definito l’incontro “un avvenimento importante”, sicuramente un passo verso la riconciliazione nazionale.
Già sotto il controllo britannico, dopo la destituzione del governo democratico avvenuta nel 1962 con un colpo di stato militare condotto dal Generale Ne Win, in Birmania, nel 1988, rivolte studentesche tentano la rivolta, ottenendo le dimissioni del Generale. Ma viene proclamata la legge marziale ed il Generale Saw Maung, organizza un altro colpo di stato.
Nel 1990 a seguito di libere elezioni conquista il potere il partito NLD della San Suu Kyi, ma i restauratori spalleggiati dall’esercito, rifiutano di cedere la guida del Paese ed arrestano la donna, la quale rimane rinchiusa fino al 1995. Viene nuovamente arrestata nel 2000 e liberata nel 2002, torna ai domiciliari dal 2003 al 2010 quando è definitivamente liberata.
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