Zimmerman, il ritratto dell’assassino di Trayvon Martin

Chi è George Zimmerman, l’uomo che il 26 febbraio scorso ha ucciso con un colpo di arma da fuoco il 17enne universitario nero Trayvon Martin? Il giornalista Philippe Bernard di Le Monde prova a scrivere un ritratto dell’assassino.

Zimmerman era un volontario appartenente alla ronda di quartiere a Stanford, in Florida. Ossessionato e maniaco dell’ordine e della sicurezza, George è secondo di tre figli di Robert Zimmerman, un magistrato reduce del Vietnam, e di Gladys, un’emigrata dal Perù. George fu educato all’insegna dei principi cattolici e fu anche un chierichetto.

Con il tempo è emerso un carattere diverso. Nel sue conversazioni telefoniche registrate prima dell’omicidio di Trayvon, emergono espressioni razziste. Un fatto questo che avrebbe provocato l’omicidio, nonostante la difesa di suo padre che nega il movente razzista essendo il figlio appartenente ad una minoranza “ispanica”.

A vent’anni, nel 2005, Zimmerman è stato arrestato per aver spinto un agente di polizia che lo invitava a rispettare il divieto di bere alcolici. Questo non fu l’unico problema con la legge: un mese dopo insieme alla fidanzata finì in tribunale per accuse di violenza. La ragazza lo accusò di essere stata colpita con una mazza da baseball.

Zimmerman ha poi ottenuto lavoro nel settore del mattone, dove fu licenziato nel 2007 a causa della bolla immobiliare. Intanto aveva sposato Shellie Dean, un’estetista. Fu così assunto dalla Risk Digital, una compagnia che si rivelò essere protagonista di frodi finanziarie. Nell’ultimo periodo prima dell’omicidio, Zimmerman ha cominciato a diventare paranoico e ha chiamato la polizia 46 volte, per avvertirti di movimenti sospetti.

La sera del 26 febbraio dopo aver comprato tè freddo e dolci da consumare davanti una partita di basket alla tv, vide dalla finestra un ragazzo con la felpa. Un ragazzo sospetto e senza pensarci due volte lo uccise con una calibro 9. Era Trayvon Martin.


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