Il ministero algerino degli Affari religiosi ha progettato un piano per arginare il drammatico fenomeno dei suicidi col fuoco, una protesta che sta dilagando in Algeria, soprattutto tra i giovani a causa della crescita della disoccupazione e della mancanza di prospettive per il futuro. Il piano entrerà in vigore venerdì. Secondo quanto riporta il quotidiano locale “Ennahar” in Algeria da gennaio 2011 ci sono stati 11 suicidi, da quando Mohamed Bouazizi, il giovane tunisino che si era dato fuoco per protestare contro la confisca della sua merce, diede inizio ad una drammatica catena di eventi simili che hanno portato allo scoppio della famosa Rivoluzione del Gelsomino.
Da venerdì gli imam di tutte le moschee algerine concentreranno i loro sermoni su questo tema per spiegare che il suicidio è condannato dalla Sharia, illustrando le ripercussioni negative che ha nella società e nella famiglia. Il ministero suggerirà invece strade per rafforzarsi psicologicamente e religiosamente contro questa tentazione. Infatti secondo la Sharia anche il solo pensiero del suicidio è “haram”, ovvero vietato. Su questo tema si è pronunciato anche il noto Sheykh Ferkous, un esperto di Sharia, che ha diffuso una fatwa nella quale spiega che una delle principale cause del suicidio è il fatto di “disperare della misericordia di Dio. Ma il bene arriva con la preghiera, non con la fuga e i musulmani non devono arrendersi alla crisi e tantomeno pensare al suicidio, poiché l’Islam vieta anche il semplice di desiderare la morte”.
F.C.
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