Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon dietro le stragi del 10 maggio a Damasco, dove un duplice attentato ha provocato 50 morti e 372 feriti, ci sarebbe Al Qaeda. L’episodio è stato definito da Ban “immenso, grave, sorprendentemente e allarmante”, ed è stato l’attacco più sanguinoso dall’inizio della rivolta in Siria contro il regime di Bashar al-Assad.
L’ipotesi di coinvolgimento della rete terroristica di al Qaeda è stata condivisa da Usa e Russia. Il regime siriano ha sottoposto recentemente al Palazzo di Vetro una lista con i nomi di 26 individui, quasi tutti tunisini e libici, arrestati per sospetta partecipazione ad attività terroristiche, 20 di loro avrebbero confessato di appartenere ad al Qaeda.
“Nel corso degli ultimi quindici mesi sono state uccise come minimo oltre novemila persone, forse addirittura diecimila. Ormai si è raggiunta una situazione intollerabile” ha denunciato Ban Ki-moon, che ha condannato anche i due attacchi contro i convogli degli osservatori Oni, inviati a vigilare sull’osservanza del “cessate il fuoco”, in vigore dal 12 aprile scorso.
Ban ha sottolineato che l’invio dei convogli è l’unico dei sei punti del piano predisposto dal suo predecessore Kofi Annan, che è stato messo in pratica. Questa operazione ha avuto un effetto riduttivo sulle violenze in atto ma non è abbastanza, per questo motivo il segretario generale dell’Onu ha detto che “si continuerà a proteggere la popolazione civile, cercando di compiere al meglio i propri sforzi”.
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