Casi di cannibalismo in Corea del Nord per una crisi agricola ed economica che sembra non avere fine. Un rapporto del Korea Institute for National Unification (Kinu) ha fatto emergere il dato relativo alle avvenute condanne a morte di almeno tre persone per cannibalismo. Nel dicembre 2009 un uomo è stato giustiziato in pubblico nella città di Hyesan, lungo il confine cinese per aver ucciso e divorato una bambina di 10 anni. La riforma monetaria voluta dalle autorità nord-coreane aveva innescato un eccessivo aumento dei prezzi con pesanti ricadute sulla popolazione.
Nel 2006 un uomo e suo figlio, della città di Doksong, furono giustiziati per aver mangiato carne umana. Si tratta ancora di casi isolati – sottolinea il Kinu – segnalati da circa 12 disertori tra i 230 intervistati, ma risultano in linea con il report della ong “Citizens Alliance for North Korean Human Right, che dimostra come, nonostante il relativo miglioramento dei canali di distribuzione alimentare, nella Corea del Nord vi siano ancora zone in grave crisi.
Una madre nel 2007 dopo essere stata accusata di aver ucciso la figlia di 9 anni e di averla divorata, con gli agenti del regime si giustificò in questo modo: “La fame mi fece perdere la ragione: avevo sentito dire che la carne umana era meglio di quella di maiale e mi dissi che alla fine comunque muoiono tutti”.
Paola Totaro
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