Si sono aperti alle 8 di questa mattina i seggi in Egitto per le prime elezioni presidenziali del post Hosni Mubarak, rovesciato lo scorso anno dopo 18 giorni di rivoluzione popolare. Le urne sono state aperte in tutto il Paese tra pesanti misure di sicurezza e un ingente schieramento di agenti di polizia e dell’esercito. Ci si aspetta che il voto di oggi e domani sia il più equo e credibile degli ultimi 60 anni della storia egiziana. Circa 50 milioni di elettori sono chiamati a votare per uno dei 13 candidati in lista.
Agli impiegati pubblici è stato concesso un giorno di permesso per permetter loro di andare a votare, e per lo stesso motivo sono state sospese le lezioni nelle scuole. Per assicurare la trasparenza delle elezioni sono stati dispiegati sul territorio nazionale 14.500 giudici e 65mila impiegati pubblici per monitorare il processo. Saranno presenti anche tre organizzazioni straniere della società civile e 49 locali come osservatori.
Inoltre, anche l’ex presidente Usa Jimmy Carter è in Egitto per monitorare le elezioni con il suo Carter Center. La settimana di voto concessa agli egiziani all’estero è invece terminata il 17 maggio, ma i risultati devono ancora essere comunicati. Il Consiglio supremo delle Forze Armate, al potere in Egitto dalla caduta di Mubarak, ha garantito uno svolgimento equo e libero del voto e ha chiesto ai cittadini di parteciparvi. La partecipazione dei cittadini manderà un messaggio al mondo che le elezioni esprimeranno la libera volontà, ha detto ieri il generale Mohamed el-Assar. Gli analisti ritengono che nessuno dei 13 candidati sarà in grado di aggiudicarsi la maggioranza assoluta dei voti tra oggi e domani, e per questo si prevede il ricorso al ballottaggio a metà giugno. Per vincere, un candidato ha bisogno di ottenere oltre il 50 per cento dei voti. I risultati delle elezioni saranno annunciati il 21 giugno. Il 30 giugno, invece, è previsto il passaggio di poteri del Consiglio supremo delle Forze Armate a un’autorità civile eletta.
Luca La Gamma
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