Dal 25 gennaio, giorno della caduta dell’ex presidente Hosni Mubarak, è allarme sicurezza nella penisola egiziana del Sinai, dove si sono registrati almeno 50 attacchi contro la polizia locale condotti da gruppi armati palestinesi e al-Qaeda.
Diverse zone come Sheikh Zuwayed e Rafah, sottolinea il quotidiano “al-Masry al-Youm”, non sarebbero più sotto il controllo delle forze di sicurezza. Gli attacchi, spiegano alcune fonti della sicurezza al giornale, si sono concentrati in particolare nella regione montagnosa del Sinai centrale e sono stati eseguiti da gruppi palestinesi come Jaljalat, l’Esercito dell’Islam, le Brigate Qassam, e da al-Qaeda nella penisola del Sinai.
In poco più di tre mesi per ben 16 volte sono stati presi di mira diversi posti di blocco, tre volte è stata assaltata la stazione di polizia nel capoluogo al-Arish e in 30 occasioni sono state attaccate le caserme delle forze di sicurezza in altre località della penisola egiziana. “Il Sinai ora è fuori controllo, malgrado gli sforzi dell’esercito e della polizia di ripristinare le condizioni di sicurezza, in particolare dopo che una settimana fa Israele ha affermato che l’Egitto rappresenta per lo Stato ebraico una minaccia superiore all’Iran”, ha affermato la fonte. L’ultimo episodio di violenza risale a ieri, quando un agente di polizia è morto e due sono rimasti feriti in un agguato condotto da un gruppo armato a volto coperto a un posto di blocco nella città di Rafah.
Luca La Gamma
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