La Grecia al voto. Urne aperte oggi per eleggere un esecutivo che dovrà occuparsi dei due Memorandum, i piani economici fissati dai creditori internazionali del Paese ellenico e risanare quindi i conti economici. Oppure scegliere di non metterli in pratica.
di Paola Totaro
Sono due i principali partiti che ormai da 37 anni sono sulla scena politica Greca: il Nea, Democrazia Democratica di centro destra ed il socialista Pasok, che insieme, alle ultime elezioni avevano ottenuto complessivamente il 78 per cento dei voti. Il rischio della tornata elettorale attuale è la frammentazione del voto. E’ quasi sicuro che la composizione del Parlamento greco cambierà radicalmente, con l’ingresso complessivo di almeno otto, se non dieci partiti. Tutto il contrario di quello di cui la Grecia avrebbe bisogno e cioè un governo forte. Neppure una “grande coalizione” riuscirebbe a raggiungere i 151 seggi necessari per governare e quindi si renderebbe necessario allargare la base d’unione anche a partiti non certo abituati al compromesso ed ai sacrifici che 5 anni di recessione chiedono ormai al Paese.
Tra questi il più inquietante è senza dubbio il partito di ispirazione neonazista “Alba d’oro” che si prevede potrà superare la soglia del 3 per cento ed entrare quindi in Parlamento. La crisi economica ha reso più sensibili i cittadini greci riguardo la realtà dell’immigrazione. Quando le risorse non bastano per garantire a tutti il benessere, si volge lo sguardo verso chi viene da fuori e che diventa una minaccia, un avversario. Il partito neonazista, che ha come simbolo una svastica simile a quella nazista, ed ha già organizzato spedizioni punitive contro gli immigrati, raccoglie i propri consensi proprio presso chi soffre maggiormente la crisi e percepisce l’immigrato come ostile.
Parla il portavoce di “Alba d’oro” Ilias Panagiotaros : “Ad Atene, la popolazione greca è una minoranza, parlo di tutta l’area del centro di Atene. Quando vai nei sobborghi, nel sud della Grecia come nel nord, ci sono tantissimi immigrati illegali. E ogni giorno ne arrivano sempre di più, dai confini con la Turchia, dall’Egeo, da tutte le parti”.
Ad Atene l’organizzazione internazionale per l’immigrazione sta mettendo in atto piani di rientro per aiutare gli immigrati che vogliono tornare nel proprio Paese. Una volta in maggioranza albanesi, ora arrivano soprattutto afghani, pakistani e bangalesi. Per Daniel Esdras la prevenzione è la soluzione più giusta: “La cosa migliore da fare è prevenire”, dichiara. “Organizzare campagne di sensibilizzazione nei loro Paesi per mostrare loro la realtà attraverso brutte immagini. Per mostrare loro che questo non è un paradiso”. Laura Davidescu di Euronews parla di una Grecia arrabbiata, frustrata e frammentata , dove la corruzione nelle sedi amministrative è altissima. Tutto questo diventa ovviamente terreno fertile per la retorica anti-immigrati e un laboratorio per l’evoluzione dell’estrema destra in Europa.
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