di Valentina Severin
Le ultime settimane di campagna elettorale, in molti comuni italiani, hanno visto emergere sempre più prepotentemente il movimento “grillino”. Ovunque vada, il camper del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo riempie le piazze e rimpingua le file dei suoi simpatizzanti.
PIRATI ALLA CAMERA – Un fenomeno simile sta avvenendo anche in Germania. Qui, nel corso delle ultime elezioni statali del 2011 e del 2012, il Piratenpartei (partito dei pirati), di ispirazione svedese, ha visto impennare i propri elettori, superando la barriera del famigerato 5 per cento e ottenendo, così, seggi alla Camera dei Deputati di Berlino e Saarland.
INTERNET – Il motore del successo di questi due movimenti, per molti aspetti simili tra loro, sembra essere, oltre all’ondata di sfiducia che sta investendo i partiti tradizionali di entrambi i Paesi, l’utilizzo di internet. Usata come strumento di informazione e propaganda, la Rete è tanto importante per i “pirati” quanto per i “grillini”, al punto tale da inserire la tutela dei diritti dei cittadini sul web e l’opposizione della censura nel programma politico del movimento. Internet come strumento politico per il movimento e come strumento di controllo sulla politica da parte dei cittadini. Una formula che accomuna Piratenpartei e Movimento 5 Stelle nella loro diversità. Entrambi spingono affinché gli elettori possano avere il pieno controllo della spesa pubblica attraverso internet e perché vengano riformate le normative che regolano l’accesso ai dati sul web.
ANALOGIE E DIFFERENZE – Più attento ai problemi ambientali il movimento italiano, che promuove l’estensione e l’implementazione della raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti e l’abbattimento degli sprechi attraverso il riciclo. Più attento all’economia sociale il partito tedesco, anche a fronte si un’educazione ambientale più diffusa in Germania, rispetto all’Italia. Se Beppe Grillo riempie le piazze battendo il ferro del taglio agli sprechi della Pubblica Amministrazione e della trasparenza della politica, i “pirati” tedeschi hanno raccolti più del doppio dei voti, nelle elezioni di Berlino 2011 e del Saarland 2012, grazie alla proposta di legge sul “reddito di cittadinanza”.
PARTITO E MOVIMENTO – Il Movimento 5 Stelle prende le distanze dalla definizione di “partito”. Il Piratenpartei, già dal nome, si ritiene un partito a tutti gli effetti. Forse si tratta più di una sfumatura di forma che di sostanza e a fare la differenza vera e propria sono le idee portate avanti: idee senza colore né posizione spaziale. Tanto che sia in Germania che in Italia i movimenti erodono consensi tanto a destra quanto a sinistra.
Tra i grillini si possono trovare ex elettori del Pd, come ex simpatizzanti del PdL e, soprattutto negli ultimi mesi, leghisti disillusi. In Germania i “pirati” si trovano nell’imbarazzante posizione di contare nelle proprie file ex verdi ma anche ex membri del NPD, partito di estrema destra considerato dai più neonazista.
CONFERME E SFIDE – Le prime sostanziali conferme per il Piratenpartei sono arrivate in occasione delle elezioni statali e, molto probabilmente, il gruppo continuerà a raccogliere preferenze anche nei prossimi appuntamenti elettorali regionali, prima di misurarsi con la sfida federale. Per il movimento di Beppe Grillo il banco di prova è il week end del 6 maggio, appuntamento che potrebbe ridisegnare gli assetti politici del Paese e provocare qualche mal di stomaco.
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