«In Ue è difficile non trovare un Paese che discute di immigrazione sulla base del ‘noi’ e del ‘loro’. E sono preoccupata quando sento gente rivolgersi ai migranti come agli ‘altri’». A dirloFarah Pandith, Rappresentante speciale per le Comunità musulmane del Dipartimento di Stato Usa, che in occasione di un convegno al Vaticano si è soffermata sul contesto dell’immigrazione in Europa, sottolineando come l’amministrazione Obama «punti sul valore della diversità, non sul mero concetto del ‘noi’», a testimonianza del fatto che una «società diversa è più forte».
La Pandith ha partecipato al convegno “Costruire ponti di opportunità: Donne e immigrazione”, organizzato dall’ambasciata Usa presso Santa Sede, Pandith ha sottolineato come il «contesto europeo e quello nordamericano non siano paragonabili». In Europa «ho spesso visto parlare dei problemi delle donne migranti senza che queste fossero ascoltate», ha spiegato, osservando come sia necessario «dare un’infrastruttura emotiva» alle donne migranti ed evitare che queste «dicano ai loro figli che non appartengono alle società in cui vivono».
Dulcis in fundo, per la Pandith «i figli dei migranti devono avere la nazionalità» del Paese in cui sono nati. «Dare un contesto adeguato ai migranti sarà importante per l’Europa e per il mondo intero» e l’amministrazione Obama «lavora perchè ciò sia compreso», ha quindi aggiunto Pandith ricordando la campagna Facebook ‘2012 Hours against Hate’ – lanciata dal Dipartimento di Stato – nella quale si chiede ai giovani di tutto il mondo di dedicare un’ora del proprio tempo a «qualcuno che appare, prega o vive in maniera diversa».
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