L’attivista cinese per i diritti umani, Chen Guangcheng, fuggito dagli arresti domiciliari nel suo Paese e giunto negli Stati Uniti, ha rilasciato un’intervista alla CNN nella quale ha raccontato la sua vicenda, ha spiegato cosa prova nell’essere finalmente libero ed ha espresso tutta la preoccupazione per la sorte dei familiari rimasti in Cina.
Chen ha raccontato nel dettaglio cosa significhi essere privato della libertà. Quelli che vengono definiti “arresti domiciliari” in realtà lui li definisce “detenzione illegale”. Una privazione della libertà che ha causato a lui ed alla sua famiglia molta sofferenza. A lui soprattutto. In quanto cieco, l’uomo ha sofferto particolarmente della mancanza di cose semplici come il godersi il sole e il sentire la brezza sulla pelle.
L’arrivo di Chen negli Stati Uniti ha messo fine ad un acceso scontro diplomatico tra Pechino e Washingon dopo la fuga del dissidente dalla provincia di Shandong. L’uomo era stato inizialmente ospitato nell’ambasciata statunitense a Pechino. Le autorità cinesi avevano promesso un trattamento migliore per il dissidente e la sua famiglia, ma l’uomo aveva dichiarato di non fidarsi della loro parola. Chen, negli States insieme alla moglie ed ai suoi figli, ha ricevuto una borsa di studio dalla New York University per poter completare la sua formazione.
Nell’intervista alla CNN, rilasciata 5 giorni dopo il suo arrivo, Chen ha dichiarato di essere stato picchiato periodicamente insieme alla sua famiglia quando era in Cina ma di non volerne parlare ora. Chen ha tenuto a sottolineare di essere stato aiutato da molte persone in Cina, in particolare dal suo caro amico Guo Yushan che gli ha permesso di raggiungere Pechino. “Le persone che mi hanno aiutato l’hanno fatto perché consapevoli di poter fare qualcosa per rendere gli altri più sicuri”.
Sabato scorso, con l’aiuto di un interprete, il governo americano ha concesso i diritti di cittadinanza parziali al dissidente. Chen ha poi chiesto a tutti di lavorare con lui per “promuovere la giustizia e l’equità in Cina”. L’uomo provato da tanti anni di sofferenza ha poi dichiarato di voler recuperare ora “nel corpo e nello spirito”. E’ di oggi invece la notizia che riguarda il fratello del dissidente ora negli Stati Uniti.
Chen Guangfu ieri era stato dato per disperso. Il suo avvocato, raggiunto da alcuni giornalisti, ha dichiarato di aver ricevuto un suo messaggio col quale lo informava di essere a casa. Chen Guangfu era riuscito ad eludere la sorveglianza della polizia alla sua abitazione, misura applicata senza alcun motivo , per raggiungere Pechino e trovare un avvocato per il figlio.
La famiglia del dissidente Chen infatti dopo la sua fuga dagli arresti domiciliari si è vista stringere in una morsa fatta di controlli e perquisizioni brutali. Durante una di queste sgradite visite da parte della polizia, il nipote del dissidente ha reagito contro gli agenti che picchiavano i genitori, brandendo un coltello. A seguito di questo comportamento il giovane è stato arrestato per “omicidio volontario” anche se in realtà non ha ucciso nessuno. Rischia la pena di morte.
Paola Totaro
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