Ucraina: Julija Timoshenko ricoverata in ospedale

Basta il nome Timoshenko per scatenare grandi dibattiti da parte del “popolo del web”. Nelle ultime settimane la politica ucraina è balzata agli occhi della comunità internazionale, come mai prima era successo, in seguito al ricovero coatto avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 Aprile. La “Giovanna d’Arco” della Rivoluzione Arancione del 2004 aveva dichiarato di essere stata prelevata con la forza dalla sua cella e condotta, con una dose extra di violenze, nell’ospedale delle Ferrovie di Kharkiv.

In realtà la Timoshenko scuote l’opinione pubblica europea, e sopratutto ucraina, da molto più tempo che appena 19 giorni. Classe 1960, la leader del “Blocco Elettorale Julija Timoshenko” dopo un passato al Komsomol è col tempo diventata magnate del metano, tanto che Forbes nel 2005 l’ha dichiarata la terza donna più potente del mondo. Nel 1996 viene eletta al parlamento e col tempo matura una controversa agenda politica. Viene arrestata per la prima volta nel 2001 per presunti contratti illeciti sulla fornitura del gas. Una volta liberata diventa leader dell’opposizione a Kuchma e in seguito è l’eroina della Rivoluzione Arancione fino ad arrivare ai celebri scontri politici con il pluri-presidente Janukovich. Nell’agosto 2011 viene arrestata per aver stipulato ancora una volta contratti illeciti sulla fornitura del gas russo senza aver avuto il lascia passare del governo. I suoi sostenitori sono scoppiati in rivolta, arrivando addirittura a cercare di impedire fisicamente l’arresto, ma poco hanno potuto fare quando,l’11 ottobre, la politica dall’acconciatura più chiaccherata dei vari gabinetti, è stata condannata a 7 anni di reclusione.

La Timoshenko continua a sostenere la sua innocenza e ha più volte dichiarato, dopo i rifiuti ricevuti dalla corte d’appello di Kiev, che si rivolgerà alla corte europea dei diritti umani. Dalla notte del 20 aprile la donna presenta gravi lesioni, escoriazioni e lividi su tutto il corpo. La iron lady ucraina e il suo avvocato denunciano violenze da parte delle guardie carcerarie mentre Kiev gioca la carta dell’autolesionismo.
La donna soffre da tempo di ernia del disco ma ha sempre rifiutato le cure offerte per paura di essere uccisa dai medici ucraini. Da 19 giorni era in sciopero della fame in segno di denuncia e protesta della propria situazione. Solo ieri la Timoshenko ha interrotto il digiuno e ha accettato di ricevere cure adeguate.

Ieri è stata trasferita dal carcere femminile Kachaniv di Kharkiv all’ospedale della città. A curare la donna ci sarà anche il neuropatologo Lutz Harm della clinica Charite’ di Berlino. Il trasferimento è avvenuto mentre da tempo si combatte per evitare una crisi diplomatica che coinvolga Kiev con il resto d’Europa. Da tempo la Merkel chiede spiegazioni in merito alla vicenda Timoshenko e Pia Ahrenkilde, portavoce di Barroso, ha dichiarato la settimana scorsa: «(Barroso) non ha alcuna intenzione, visto come stanno le cose a questo punto, di recarsi in Ucraina o di partecipare ad eventi in quel paese. Speriamo di vedere sviluppi per consentire di superare questa situazione molto seria che desta grave preoccupazione». Il rischio boicottaggio degli europei è molto alto –vista anche la controversa strage di cani randagi ordinata dai governi delle nazioni ospitanti- e il clima è quantomai acceso dal momento che il precedente caso di boicottaggio di un evento sportivo di tale portata risale alle olimpiadi di Mosca 1980, quando la Russia decideva di invadere l’Afghanistan.

Luca Iacoponi


Profilo dell'autore

Redazione

Redazione
Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potresti apprezzare anche

No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.