Addio Klubradio, unica voce d’opposizione tra le radio ungheresi. La maggioranza conservatrice al potere a Budapest ha approvato ieri in Parlamento una legge con la quale il Consiglio dei media, l’organo di sorveglianza, non è più obbligato ad assegnare la licenza per le frequenze al vincitore di un concorso. In questo modo viene annullato il verdetto del tribunale che lo scorso febbraio aveva stabilito che il Consiglio dei media era obbligato a fare il contratto per la licenza con Klubradio.
Il tribunale aveva annullato un concorso palesemente falso organizzato dal Consiglio in cui era risultata vincitrice un’emittente inesistente e aveva imposto allo stesso di rifare la gara per le frequenze. Con l’emendamento approvato ieri, il Consiglio potrà evitare questo obbligo retroattivamente, mettendo di fatto fine a Klubradio.
Inutile la denuncia dell’opposizione composta da socialisti e verdi: l’emendamento è stato votato con i voti della maggioranza. I sostenitori dell’emittente avevano organizzato manifestazioni di protesta in difesa della radio privata di informazione, e anche la Commissione europea si era interessata al caso, diventato emblematico delle minacce che gravano sulla libertà di stampa in Ungheria, a causa della legge bavaglio sui media. «Ormai non si tratta soltanto di Klubradio, è in pericolo tutta la libertà di stampa e di parola in Ungheria», ha detto Andras Arato, presidente della radio, che con i suoi programmi di conversazione, interviste, dibattiti è ormai praticamente l’unica voce di opposizione al potere conservatore di Viktor Orban.
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