Altri due casi di aborti forzati in Cina, entrambi all’ottavo mese. Dopo il caso della donna costretta ad abortire al settimo mese e le cui foto con il feto morto hanno fatto il giro del mondo, la Cina scandalizza l’opinione pubblica riguardo le sue politiche repressive in materia di nascite.
Secondo il South Metropolis Daily, dieci giorni fa nel villaggio di Zhengjiamen, nella provincia di Hubei, una donna di nome Hu Xiam, è stata presa dalla polizia e portata in un ospedale dove le è stata fatta un’iniezione per abortire. La donna era all’ottavo mese di gravidanza e dopo qualche giorno ha partorito il feto morto.
Nonostante la denuncia della donna, il governo ha smentito che si sia trattato di un aborto forzato. Non è il primo caso. Già ad aprile nel Fujan, Pan Chuyan, una donna di Daji, sarebbe stata prelevata dalle autorità e costretta ad abortire tramite un’iniezione, sempre all’ottavo mese.
I famigliari della donna hanno tentato di filmare il feto appena nato, ma sono stati picchiati dalla polizia. Pan e suo marito hanno già due figli, cosa resa possibile dal fatto che sono agricoltori e che il primogenito è femmina. Suo marito ha anche denunciato di aver pagato ai funzionari di polizia una multa di 2000 euro.
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