Conservare memoria del passato è fondamentale: con questo intento Google si appresta a compiere un lavoro importante ed impegnativo: salvare 3000 lingue in via d’estinzione.
Nell’ambito dell’Endangered Languages Project, professionisti nella conservazione della lingua creeranno un gigantesco archivio composto da manoscritti del XVIII secolo, articoli di giornale e file audio-video.
Saranno l’Istituto universitario per la tecnologia e l’informazione sulle lingue dell’Università del Michigan dell’Est insieme al Consiglio culturale dei popoli primi a gestire il sito relativo al progetto.
“Documentare le oltre 3.000 lingue che sono sul punto di sparire è una tappa importante per preservare la diversità culturale, rendere onore al sapere dei nostri antenati e dare strumenti di studio ai nostri giovani”, si legge in un comunicato ufficiale dell’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin. Con la tecnologia ora a disposizione sarà possibile anche registrare su una piattaforma, in alta qualità, discorsi dei parenti più anziani tra i depositari di queste antiche lingue prima che sia troppo tardi.
I criteri per stabilire se una lingua sia in via d’estinzione sono tre: il numero di locutori attualmente in vita; l’età media dei locutori nativi e/o fluenti; la percentuale della generazione più giovane che acquisisce confidenza con la lingua in questione.
Tra le altre, stanno morendo l’Ainu in Giappone, il Corso, il Sardo ed il Bretone.
Paola Totaro
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