Si conosce il nome dell’ingegnere rapito in Nigeria quattro giorni fa. Modesto di Girolamo è abruzzese ed è stato sequestrato lunedì scorso a Ilorin, capitale del Kwara, nel Nord-Ovest della Nigeria. L’uomo ha 70 anni e al momento del rapimento stava monitorando il sistema di drenaggio di una strada con la società edile piemontese Borini&Prono, che lavora in Nigeria dal 1952. Secondo le ricostruzioni della polizia, l’ingegnere è stato prelevato intorno alle 17.30 lungo la Bishop Smith street ma non ci sono ancora rivendicazioni o richieste di riscatto.
Il ministro degli Esteri Giulio Terzi da Istanbul ha fatto sapere che l’incolumità dell’ostaggio è una priorità assoluta. Lo ha anche ribadito in una telefonata a Olugbensa Ashriu, ministro degli Esteri nigeriano, precisandogli di astenersi da qualsiasi azione di forza che possa mettere in pericolo la vita di Di Girolamo. L’Italia ancora si ricorda la fine di Franco Lamolinara, l’ingegnere rapito in Nigeria con un collega inglese e ucciso l’8 marzo durante un blitz britannico.
La Nigeria oramai è famosa per i rapimenti di stranieri a scopo di estorsione, specialmente nel Delta del Niger, la regione meridionale ricca di petrolio. Il luogo dove è stato rapito Di Girolamo è quello dove è stato ucciso Lamolinara. Il capo dell’Unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri, partirà ora per la Nigeria per seguire i nuovi sviluppi. Il titolare della Borini&Prono sarebbe già sul posto e il ministero degli Esteri fa sapere di essere in contatto costantemente con la famiglia Di Girolamo.
Con questo nuovo sequestro sale a tre il numero degli italiani tenuti ostaggio nel mondo: oltre a lui ci sono Rossella Urru, la cooperante sarda rapita il 22 ottobre del 2011 in un campo profughi dell’Algeria da soci di al Qaeda, e Giovanni Lo Porto, il volontario siciliano rapito il 19 gennaio scorso nel Punjab, ad opera del gruppo talebano Tehrik-e-Taliban.
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