Il vertice di Rio+20 che si è tenuto a Rio de Janeiro in Brasile, ha approvato un piano per aiutare un miliardo di persone a uscire dalla povertà e curare la biosfera. Il documento di 53 pagine approvato dalla riunione dei 191 Paesi dell’Onu, però contiene impegni che molti governi e Ong, considerano vaghi. “Rinnoviamo il nostro impegno per uno sviluppo sostenibile e per garantire la promozione di un futuro sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale per le attuale e future generazione” si legge nel documento diffuso al termine di tre giorni di summit, intitolato “Il futuro che vogliamo”.
Nel testo vengono descritte le sfide per una terra che da qui al 2050 passerà da sette a nove miliardi e mezzo di abitanti, con tutte le conseguenze per le ambiente: desertificazione, spopolamento dei mari, inquinamento e deforestazione. Nel corso del summit è stato deciso che a partire dal 2015 gli obiettivi di sviluppo sostenibile sostituiranno gli obiettivi di sviluppo del Millennio fissati dall’Onu nel 2000, anche se la loro definizioni sarà oggetto di futuri negoziati molto complessi.
La strategia di Rio+20 promuove l’economia verde, un’idea guardata con sospetto da molti Paesi emergenti, i quali avevano chiesto 30 miliardi di dollari per perseguire gli obiettivi di sostenibilità, ma nel testo non sono state indicate cifre a riguardo. Alla conferenza sono state presentate da imprese e governi 700 impegni a favore dello sviluppo sostenibile, per un totale di 513 miliardi di dollari. Per il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, il vertice ha “gettato solide basi per un benessere sociale, economico ed ambientale”.
“L’accordo raggiunto è punto di partenza, non di arrivo” ha sottolineato il presidente brasiliano, Dilma Rousseff, “con questo documento i Paesi avanzano e non possiamo permetterci che nessuno resti indietro, la prossima conferenza dovrà farci fare un balzo in avanti”. Per il segretario di stato Usa, Hillary Clinton, il documento segna un reale progresso per lo sviluppo sostenibile. Molte invece sono le voci critiche che giudicano il risultato di Rio+20 modesto. Per l’economista britannico, Lord Nicholas Stern, “la conferenza non ha riconosciuto le prove schiaccianti sull’urgenza e l’ampiezza di azioni necessario per fronteggiare la povertà globale e i pericoli del riscaldamento globale”.
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