Amnesty: “Sul commercio di armi Obama è un codardo”

“Questa è la dimostrazione della codardia dell’amministrazione Obama, che all’ultimo minuto ha fatto dietro-front e ha mandato in fumo i progressi fatti fino ad oggi dall’assemblea dell’ Arms Treaty. Una sconcertante mancanza di leadership da parte del maggior esportatore mondiale di armi convenzionali”.

È questo il commento di Suzanne Nossel, direttrice di Amnesty International Usa, dopo che Obama e il suo staff hanno rifiutato di firmare l’atto che avrebbe portato ad un accordo internazionale molto importante. Insieme agli Stati Uniti, anche Russia e Cina hanno affermato davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite di avere bisogno di più tempo per esaminare le bozze.

A mettere sotto pressione Obama pare sia stata la lettera firmata da 51 senatori che chiedevano al Presidente di non firmare il trattato in quanto in seria contraddizione con la Costituzione americana che prevede il possesso di armi come uno dei principi delle libertà individuali, sancito dal secondo emendamento.

I lavori dell’Arms Trade Treaty hanno visto coinvolte 193 delegazioni di tutti i paesi membri delle Nazioni Unite che hanno lavorato tutto il mese di luglio per trovare un accordo che potesse porre fine ad un lavoro internazionale iniziato nel 2006, quando si decise di iniziare una serie di studi per poter proporre un trattato su una materia così delicata come il traffico legale di armi tra gli stati.

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Il trattato mirava infatti a stabilire per la prima volta norme internazionali comuni per l’autorizzazione di trasferimenti di armi tra le nazioni, regolamentati da protocolli volti a migliorare la trasparenza e le responsabilità. Un primo passo per prevenire e combattere il commercio illecito di armi, oltre che a controllare che le armi non vengano vendute a stati che commettono crimini contro l’umanità. Un tentativo di arginare battaglie come quelle che stanno avvenendo in Siria e in altri paesi del mondo, dove sono i civili a pagare le conseguenze più alte.

“Abbandonare la discussione proprio quando si era vicini ad uno storico progresso è una scelta inaccettabile – ha continuato Suzanne Nossel – Questo trattato avrebbe richiesto alle nazioni di negare l’esportazione di armi nei luoghi dove esiste un alto rischio che quelle armi vengano usate per facilitare il perpetuarsi di crimini contro l’umanità”.

Ilaria Bortot


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