Australia, il viaggio: istruzioni per l’uso

© foto di Stefano Marai

di Eleonora Dutto

La mia scelta di partire per l’Australia è nata soprattutto dalla curiosità, sostenuta da un particolare momento della vita che mi ha permesso di partire senza avere nulla da perdere. Non ho pianificato un programma preciso, né stilato degli obiettivi da raggiungere: ho scelto di partire e scoprire cosa l’Australia può offrirmi in termini di qualità della vita, vista la sua fama in materia. Così, il 2 luglio sull’aereo ho portato con me: il passaporto, una valigia essenziale, il visto (con relativo budget di partenza obbligatorio) che mi permetterà un periodo di turismo.

Dopo circa 28 ore di viaggio e un paio di scali, i primi giorni a Sydney sono stati necessari soprattutto per adattarmi fisicamente al fuso orario (+8 ore rispetto all’Italia) e ad accettare la stagione invernale in luglio. Il governo australiano mette a disposizione gratuitamente online – e aggiornata ogni anno!! – una guida intitolata “una nuova vita in Australia”, che contiene le informazioni complete utili agli immigrati dal primo momento in cui varcano la soglia della dogana. Grazie a questa “bibbia” e ad altre informazioni raccolte nelle diverse Community online di italiani che vivono in Australia, sapevo già precisamente quali erano i principali passi burocratici da seguire una volta arrivata.

In primis l’assicurazione sanitaria: in Australia la sanità è privata e con il Working Holiday Visa, per i primi sei mesi, l’assicurazione è offerta gratuitamente dall’ente privato Medicare. Una volta arrivati bisogna recarsi in un ufficio apposito e richiedere la tessera sanitaria con i documenti richiesti. Per quanto concerne il lavoro, è fondamentale richiedere il TAX number, ovvero il proprio codice fiscale nazionale, che permette al datore di lavoro di registrare regolarmente il dipendente e versarne i contributi. La richiesta va fatta compilando un formulario online; in caso di difficoltà con la lingua è disponibile un’assistenza gratuita negli uffici del dipartimento delle tasse del governo in ogni città. Una volta arrivata ho scoperto che, per completare entrambi questi procedimenti indispensabili, bisogna lasciare un indirizzo australiano di domicilio nel quale si rimarrà per almeno un mese, in quanto entrambe le carte saranno inviate entro 28 giorni tramite posta.

Non avendo ancora scelto dove resterò per lungo periodo, non ho potuto effettuare queste operazioni, ma gli operatori mi hanno informata che quando deciderò dove fermarmi, potrò fare le mie richieste e lavorare nel frattempo con delle carte provvisorie. Nonostante abbia scelto di rimanere una turista per il primo mese, non ho potuto fare a meno di dare un’occhiata alle bacheche di annunci negli ostelli e nei diversi Jobcentre che si incontrano spesso per la città. Le offerte sono molto variegate e cambiano secondo il livello di conoscenza dell’inglese e di professionalità: si passa da annunci casual jobs, come ridipingere case, alla richiesta di professionisti specifici, nei settori più disparati, dall’elettricista all’infermiere.

Devo ammettere che, nonostante il mio scetticismo, questa organizzazione guidata trasmette una sensazione di serenità ed immediatezza: sembra davvero che il lavoro sia dietro l’angolo, basta capire quale è quello più adatto alla propria situazione attuale. Staremo a vedere. Dopo aver annusato queste generiche informazioni, rimando ufficialmente la questione di qualche settimana: per il momento visiterò il Queensland, regione nel nord est dell’isola, per scoprire la vera selvaggia Australia, conoscere nuove storie e magari incontrare qualche italiano trapiantato qui da tempo.

LEGGI ANCHE: Diario di un’emigrata: italiani in fuga in Australia – Preambolo


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