Il lato 'umano' di Arafat in un film indipendente

A poche settimane dalla notizie sulla riapertura delle indagini sulle cause della sua morte si torna a parlare del leader palestinese Yasser Arafat attraverso il film documentario “The Prince ok Kings”. I registi Richard Symons e Joanna Natsasegara, produttori della “Spirit Level Film”, casa cinematografica indipendente, ci raccontano di un Arafat inedito visto nella dimensione di marito, padre e amico.

Il film inizia con la descrizione dei suoi primi anni da studente al Cairo e si conclude con i suoi ultimi attimi di vita nel2004. Inun’intervista rilasciata all’agenzia di stampa palestinese Ma’an, il regista Symons parla di un documentario ”che mostra cose che non avresti mai pensato, udito o visto prima d’ora”. Il momento chiave del film consiste in una lunga intervista rilasciata dalla vedova di Arafat, Suha Arafat che in tre giorni svela ai registi i segreti più intimi del marito.

Lo scopo di Natasegara e Symons è quello di mostrare un altro lato del personaggio, le sue decisioni e i suoi comportamenti, senza però giudicarlo. Il film inoltre evita di soffermarsi sulle teorie della presunta cospirazione che gravitano intorno alla sua morte. A proposito di questo Symons dichiara : “Nonostante tutta la leadership palestinese ritenesse che Arafat sia stato assassinato, nessuno ha portato avanti la richiesta di un’autopsia, per timore che la cosa potesse mettere a rischio il processo di pace”.

Il vero significato del film si può comprendere attraverso le parole del diplomatico israeliano Uri Savir che all’inizio del documentario dice : ”Alcuni ritengono che ci possano essere tre opzioni: la pace, la guerra e lo status quo. I veri leader sanno che ci sono soltanto due opzioni: pace e guerra”. Nella visione di Symons e Natasengara Arafat era un uomo di guerra e un uomo che lavorava per la pace.

S.O