Dopo un silenzio durato 11 giorni, le autorità cubane hanno ammesso l’esistenza di una vera e propria emergenza colera, e hanno fatto sapere che i casi diagnosticati sono già più di 150. Nonostante l’iniziale resistenza, il regime comunista ha aperto alla stampa le porte dell’ospedale di Manzanillo, il luogo epicentro del contagio.
“I pazienti – spiega un medico – stanno arrivando a poco a poco, prima ce n’erano cinque, poi otto. Ma già il fatto che ce ne fossero cinque tutti insieme era una cosa anomala. I giorni più difficili li abbiamo avuti quando ci arrivavano 30 o 32 persone tutte insieme”.
Colpite dal colera la provincia di Grama nella zona sudorientale del Paese; l’allarme è scattato anche in Messico, dove gli aereporti di Merida e Cancun sono stati allertati”. La fonte più probabile del contagio sarebbe Haiti, che dal 2010 è stata colpita da un’epidemia costata la vita a più di 7mila persone.
“Stiamo intensificando i controlli – spiega il direttore dell’Istituto nazionale di epidemiologia – e con la collaborazione tra il settore sanitario e il governo siamo fiduciosi di riuscire a bloccare il contagio nel giro di poche settimane”.
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