Germania, neonazisti coperti dai servizi segreti. Dimesso capo intelligence

Il 63enne Heinz Fromm, a capo dell’Ufficio federale per la difesa della Costituzione, si è dimesso delegando il suo mandato al ministro dell’interno Hans- Peter Friedrich. Fromm, socialdemocratico a capo del servizio dal 2000, ha motivato la sua scelta con una richiesta di pensionamento anticipato, ma in realtà le motivazioni sarebbero legate alla cattiva condotta delle indagini sulla Nsu, una cellula neonazista la cui sigla sta per Clandestinità Nazionalsocialista. Questa cellula, nota anche come cellula del terrore di Zwickau (città di origine del trio di neonazisti), era composta da due uomini, Mundlos e Boehnhardt, e una donna, Zschaepe, e conta almeno dieci omicidi a partire dal 2000. Tutte le vittime, tra cui una poliziotta e 9 immigrati, erano state attribuite a risse o incidenti. Negli ultimi giorni è emersa una notizia sconcertante: l’antiterrorisimo avrebbe distrutto almeno 7 faldoni riguardanti la cellula in questione.

Fonti ufficiali dichiarano che i faldoni sarebbero stati distrutti per la scadenza dei termini legali per la conservazione, ma questa spiegazione non convince molto perché la cancellazione è avvenuta subito dopo la tragica fine dei due uomini e la cattura della donna. Nel novembre del 2011 infatti, braccati dalla polizia dopo una rapina alla banca di Eisenach, i due uomini si rifugiarono in un camper e lì si uccisero, mentre Zschaepe fuggì dopo aver dato fuoco al loro covo. Successivamente inviò ai media un video di rivendicazione di dieci anni di terrore.

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Il quotidiano Sueddeutsche Zeitung afferma che gli organi di sicurezza monitoravano l’attività della Nsu e avevano infiltrato almeno 8 elementi nel Gruppo di difesa della Patria in Turingia, organizzazione vicina all’Nsu. Alcuni sospettano che in questa attività di spionaggio sia stato consentito alla cellula terroristica di portare a termine alcuni omicidi.

Legato alla vicenda compare anche un filone italiano. Secondo i quotidiani Berliner Zeitung e Frankfurter Rundschau gli inquirenti italiani, tra il 2003 e il 2011, avvertirono i colleghi tedeschi di un patto nell’ambiente dei neonazisti europei per attivare una vera e propria caccia agli immigrati. Nel 2000 la Procura di Bolzano aveva aperto un’inchiesta sui rapporti tra estremisti altoatesini, austriaci e tedeschi che portò all’arresto di 23 persone. Il procuratore di Bolzano, Guido Rispoli, ha inoltre confermato che dalle cellule tedesche, tra cui probabilmente anche la Nsu, sarebbero arrivati finanziamenti ai camerati italiani.

Susanna Orlandi


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