Continuano le discriminazioni a danno dei cristiani in India. L’ong Porte Aperte racconta la storia di 12 cristiani rapiti nel villaggio di Jawanga nel distretto di Dakshin Bastar nello Stato di Chattisgarh (est del Paese), da 150 estremisti indù. Gli uomini sono stati portati a forza al tempio di Pendevi, sono stati obbligati a prostrarsi davanti divinità tribali indù e a partecipare attivamente agli annessi rituali. Lo ha fatto sapere Akhilesh Edgar dell’Evangelical Fellowship of India.
Dopo il fatto, invece di lasciarli tornare nelle loro case, gli estremisti hanno cacciato i cristiani dal villaggio, allontanandoli dalle loro famiglie. Abbandonato anche dalle autorità, il gruppo di cristiani ha trovato accoglienza a casa del pastore John Nag e dell’avvocato Sonsingh Jhali, noto per aiutare i cristiani nella zona, nel villaggio di Geelam, a circa5 kmda Jawanga.
Inizialmente il pastore Nag, insieme ad alcuni cristiani vittime dell’aggressione, ha cercato di parlare con il capo villaggio affinché prendesse coscienza del crimine commesso dal gruppo di estremisti e riammettesse nel villaggio il gruppo di cristiani, ma quest’ultimo ha rigettato ogni richiesta, lasciando le vittime senza una casa. Ora gli uomini vivono a Geelam, dove hanno trovato rifugio a casa di altri cristiani. Non hanno sporto denuncia per non scatenare un’altra violenta reazione da parte degli estremisti.
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