Ai Weiwei, il più famoso dissidente della Repubblica Popolare Cinese, nonché archistar è stato condannato a pagare una multa di 15 milioni di yuan (1,9 milioni di euro) per evasione fiscale dal Tribunale Distrettuale di Chaoyang, Pechino, che ha respinto il ricorso dell’artista contro la decisione dell’ufficio imposte di infliggere la stessa sanzione alla “Beijing Fake Cultural Development Ltd”, società che commercializza le sue opere.
L’architetto aveva già attirato l’attenzione dei media perché lo scorso anno era stato condannato ad 81 giorni di carcere senza alcuna accusa. Dopo avere ascoltato questo ulteriore verdetto, Ai si è detto “molto deluso” e ha dichiarato “la sentenza di oggi dimostra come questo Paese, oltre sessant’anni dopo la sua fondazione, ancora non abbia alcun procedimento legale di base, ancora non mostri rispetto per la verità, ancora rifiuti di dare ai contribuenti e ai cittadini la possibilità di difendersi. La Cina con gli altri Paesi continua a sostenere di essere uno stato di diritto, ma l’unica cosa in cui si può sperare è che applichi le leggi che essa stessa ha promulgato”.
Secondo il celebre artista questa sentenza è un ulteriore tentativo, da parte del regime di Pechino, di schiacciarlo e stroncare la sua campagna a favore dello sviluppo della società civile cinese.
S.O
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