La slavina di migranti che nelle ultime settimane preme sulla frontiera di Melilla, porta spagnola in Marocco di accesso all’Europa, sta procurando grandi problemi di ordine pubblico e non è più tanto pacifica. Vari gruppi di migranti di origine Sub-Sahariana, che hanno tentato di recente di entrare nella città spagnole, erano “armati di pietre e bastoni”, secondo quanto ha affemato il delegato del Governo nell’enclave spagnola, Abdelmalik El Barkani, citato oggi dai media iberici. “Non vengono più pacificamente e questa reazione è costata la vita ad un uomo che compiva il suo dovere difendendo la barriera della frontiera fra Nador e Melilla”, ha aggiunto.
El Barkani commentava la morte di un sottufficiale marocchino, avvenuta alle tre del mattino di martedì, nel corso di scontri fra la gendarmeria marocchina e un gruppo di migranti che tentava di assaltare in massa la frontiera all’altezza della località di Beni Ansar. Secondo la ricostruzione del ministero degli interni marocchino, gli immigrati hanno scatenato una sassaiola contro le forze di sicurezza, ferendo mortalmente il sottufficiale, deceduto poco dopo il ricovero in ospedale.
Sull’accaduto è in corso un’inchiesta coordinata dalla Procura di Melilla, mentre i 26 migranti arrestati nel corso dell’ operazione restano a disposizione dell’autorità giudiziaria. La notizia ha suscitato impressione nell’enclave spagnola, dove il presidente della città autonoma, Juan José Imbroda, ha espresso il proprio cordoglio alla famiglia della vittima ed elogiato la collaborazione offerta dal Marocco per i controlli alla frontiera contro i flussi migratori. Da parte sua, il prefetto El Barkani ha confermato che la morte del gendarme marocchino è stata provocata da una sassaiola che ha ferito vari agenti delle forze dell’ordine impegnati nei controlli. L’accaduto dimostra che i subsahariani “sono disperati” e disposti anche a “commettere barbarie per entrare in territorio spagnolo”.
Ma El Barkani ha avvertito che la Spagna, così come il Marocco, “continueranno a lavorare come fatto finora per evitare ingressi illegali”. Una pressione che, andrà in crescendo, tanto che Melilla è in allerta massima – ha spiegato il delegato del Governo – per eventuali nuove valanghe migratorie, come quelle registrate nel 2005, che provocarono violenti scontri e vittime. Per alleggerire la pressione gli immigrati detenuti vengono con frequenza smistati in altri centri della penisola iberica.
L.G.
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