Testo e foto di Francesco Tortora, corrispondente da Bangkok
Il settore privato e la Banca Centrale Thailandese ritengono tutt’altro che realistico l’aumento del 15% delle esportazioni posto come obiettivo dal Governo di Yingluk Shinawatra. L’Unione Europea a lungo è stata l’unico reale competitor con gli USA e la Cina in gran parte d’Asia. Purtroppo, bisogna tristemente constatare che oggi non è affatto così. La crisi economica dell’Unione Europea l’ha letteralmente messa in ginocchio, la scarsa liquidità monetaria ha ridotto drasticamente le importazioni in Europa di merci asiatiche anche qualora siano a prezzi competitivi con quelli occidentali. E’ la tipica spirale dell’inflazione-stagnazione-recessione che si traduce –sul versante dei produttori asiatici- in minori quantità di merci acquistate. E’ quello che si lamenta in varie Nazioni asiatiche: “la crisi europea sta –di sponda- mettendo in ginocchio anche noi”. Esattamente quello che sta accadendo in una tipica “tigre asiatica”, Paese-guida dell’ASEAN, ovvero la Thailandia. Il Governo di Yingluk Shinawatra ha insistito, anche a fine Giugno scorso, sul fatto che la Thailandia vedrà una crescita nel campo delle esportazioni attestandosi intorno al 15% nell’area Euro nonostante questa sia ancora tutta nelle spire della peggiore crisi cui si sia assistito da lungo tempo nell’intera Euro-zona.
Cinque delle 17 economie dell’Euro-zona sono già sulla soglia della fuoriuscita dall’Unione Europea e gli esportatori thailandesi sono in forte preoccupazione nel caso in cui le spedizioni via mare verso i mercati europei subiscano forti flessioni verso il basso nella seconda metà dell’anno. A fronte di tale manifesta crisi, il Governo Thai ha creato sei Commissioni per guidare le esportazioni fino a raggiungere l’obiettivo del 15%. Il settore privato però, non è così ottimista.
Il Governatore della Banca di Thailandia, Prasarn Trairatvorakul ha affermato che la Nazione potrà ritenersi fortunata se si raggiungerà la crescita delle esportazioni fino all’8% per quest’anno. E così il Premier Yingluk Shinawatra ha corretto il tiro affermando che il 15% sarà una grande sfida da cogliere. “In ogni caso –ha chiosato il Premier- il Governo non rivedrà i propri progetti ed obiettivi, cambierà solo qualche piano d’azione”.
L’incaricato governativo secondo le direttive del Primo Ministro, Kittiratt Na Ranong, ha affermato che la Prima Commissione monitorerà le barriere tariffarie, le leggi e gli ostacoli burocratici che si frappongono nel settore dell’esportazione, mentre la Seconda Commissione monitorerà la situazione in Europa in modo da proporre dei dialoghi finalizzati da entrambe le parti alla definizione di aree di libero scambio per implementare la penetrazione mercantilizia.
La Terza Commissione si focalizzerà sul guidare e sostenere l’esportazione per ogni settore industriale, in special modo per quel che concerne beni e servizi.
La Quarta Commissione si incaricherà di risollevare le esportazioni nelle aree asiatiche e verso le Nazioni limitrofe, così come si interesserà di sostenere gli investimenti thailandesi diretti ad implementare la crescita dell’apparato industriale thailandese stesso.
La Quinta Commissione cercherà di dirigere le esportazioni verso i mercati estremo-orientali ed il mercato Nord Americano. La Sesta Commissione, infine, si incaricherà di sostenere e dirigere le esportazioni verso i “nuovi mercati”, soprattutto in Africa, America Latina, il Medio Oriente, la Russia e l’India.
Per sostenere l’urgenza dettata dal dover incrementare necessariamente le esportazioni, il Governo ha già stanziato 100 miliardi di Thai Baht sotto varie forme di finanza agevolata, in particolar modo per le piccole attività commerciali ed ha fissato un fondo finanziario d’impresa di 40 miliardi di Thai Baht per coprire le assicurazioni da rischi d’esportazione per l’anno corrente (per far intendere meglio, al tasso corrente, un Euro corrisponde a 40 THB).
Il Ministro per il Commercio Boonsong Teriyapirom ha assicurato che un Comitato Operativo sarà instaurato al massimo nell’arco di due settimane. Lo scopo di questa struttura è di disegnare un piano d’azione che regoli la complessa materia delle barriere doganali e individui al meglio le strategie per incrementare le linee di esportazione identificate più chiaramente settore per settore. Dovrebbe essere costituito da rappresentanti governativi, del settore privato e delle Organizzazioni del Commercio a livello nazionale come la Camera di Commercio Nazionale Thailandese.
Paiboon Ponsuwanna, a capo del Concilio Nazionale di Commercio e Trasporto Navale ha affermato che –nonostante il Governo abbia posto obiettivi molto alti- la Nazione potrebbe potenziare le proprie esportazioni fino al 12 per cento almeno per quest’anno.
Phongsak Assakul, Capo del Ministero dell’Industria e del Commercio ritiene che le esportazioni –a suo modo di vedere- potrebbero incrementarsi fino al 10 per cento e non mancheranno certo ostacoli, in tal senso. Per aumentare le esportazioni, ritiene Phongsak Assakul, il Governo dovrebbe sostenere l’apertura di Uffici che regolino le esigenze della clientela 24 ore su 24.
Surapong Paisitpatnapong, Vice Presidente della Federazione dell’Industria Meccanica ed Automobilistica, mestamente ritiene che le esportazioni di automobili verso l’Unione Europea potrebbero diminuire dal 9 per cento dello scorso anno fino al 6.5 per cento quest’anno, il che è dovuto alla cupa crisi economica che ancora attanaglia fortemente l’Europa. O tempora o mores!
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ahahahahhah 6 commissioni che non riusciranno a far niente se non a mangiare soldi.. con l’euro a 40 in Thailandia è TUTTO più caro che in Italia. Da aggiungere poi che invece la valuta cinse si è apprezzata molto ma molto meno mantenendo inalterato il costo delle merci. Risultato: altro che 15%, ma manco l’8…