di Luca La Gamma
Non deve essere stato facile essere afroamericani negli Stati Uniti degli anni Sessanta , e in particolar modo in Mississippi, roccaforte dell’odio razziale. In un territorio in costante evoluzione, queste persone non riuscivano a trovare un posto adatto a loro nel quale porre le basi per migliorare sé stessi. Ne sanno qualcosa i protagonisti di mille libri scritti sulle difficoltà sociologiche e antropologiche del periodo, che per lungo tempo hanno sviscerato la questione da svariati punti di vista. Così come hanno provato a fare le protagoniste di “The Help”, romanzo d’esordio di Kathryn Stockett che, grazie al passaparola, è riuscito a conquistare un posto nella classifica dei best seller selezionati dal New York Times. Una storia tanto particolare da diventare un piccolo caso cinematografico ancor prima di raggiungere il successo letterario.
Ambientato negli anni Sessanta a Jackson, cittadina del Mississippi, la storia racconta di tre donne straordinarie la cui amicizia è legata a un manoscritto segreto che infrange tutte le regole sociali conosciute, mettendo in pericolo la loro stessa sicurezza. Nulla di eccezionale detto in questo modo, eppure fin dalla prima stesura il manoscritto ha affascinato i lettori tra cui Tate Taylor, amico d’infanzia dell’autrice e sceneggiatore/regista dell’omonima pellicola, uscita in Italia a gennaio 2012.
LA STORIA – Eugenia Phelan (Emma Stone), da tutti conosciuta con il soprannome di Skeeter, laureatasi all’università del Mississippi, culla da sempre il sogno di divenire scrittrice, contrariamente a quello che la sua famiglia e tutte le sue amiche si aspettano da lei. Il suo primo interesse è la carriera e accantona senza troppi pensieri l’idea di sposarsi e avere dei figli prima che sia troppo tardi. Il suo primo ingaggio è presso il giornale locale che la incarica di occuparsi della rubrica di consigli di economia domestica, così si rivolge ad Aibileen (Viola Davis), la cameriera della sua migliore amica, per poter rispondere in modo adeguato alle lettere problematiche delle casalinghe. Il suo ritorno a Jackson, però, la mette davanti alla difficile situazione che le donne come Aibileen sono costrette a subire: donne di colore al servizio di supponenti donne bianche che le trattano come appestate, appartenenti a una classe sociale ed esistenziale ben al di sotto della norma. E pensare che sono proprio queste donne a crescere i loro bambini, a prendersi cura di loro e amarli quando i loro genitori sono troppo impegnati a lucidare la propria facciata pubblica. Aibileen inizia a raccontare la sua commovente storia e Skeeter, incoraggiata da un editore di New York, viene così coinvolta nella scrittura di un progetto segreto sulle storie mai raccontate delle cameriere di colore della cittadina.
DONNE CORAGGIOSE – Tutto ha inizio con Aibileen: 17 bambini allevati durante il corso della sua carriera di domestica e un figlio tragicamente morto in un incidente. Nonostante tutto trova la forza di andare avanti nella fede e nella vicinanza della sua migliore amica Minny (Octavia Spencer), una donna dal temperamento forte e considerata da tutti come la migliore cuoca del Paese. Sono le loro storie le prime a impressionare la giovane scrittrice e la loro improbabile alleanza in funzione del libro genera un’intensa amicizia che instilla in ognuna di loro il coraggio di abbattere i confini entro i quali hanno sempre vissuto. È di questo che parla prima di qualsiasi cosa “The Help”, del coraggio di opporsi alla propria condizione per cercare un posto migliore in cui poter essere sé stessi. Una storia che, nonostante le mille brutalità nascoste dietro un variopinto abbigliamento bon ton, cerca di esprimere speranza e fiducia, mantenendosi sempre positiva e ottimista. Si potrebbe pensare a un controsenso, viste le tematiche trattate, e invece “The Help” ha la capacità di trasformare un’apparente storia di denuncia in un racconto al femminile toccante e divertente allo stesso modo, che si prende seriamente senza calcare troppo la mano sulle potenzialità drammatiche della situazione. Il merito in parte è sicuramente della regia di Tate Taylor che non è mai invasiva e si lascia anzi trasportare dalle storie stesse delle governanti, lasciando che siano loro a dettare ritmi narrativi ed emotivi. Ma buona parte di questa falsa leggerezza è dovuta anche a una fotografia che sfrutta i colori saturi e vibranti delle terre del Mississippi, sottolineando la fastosità americana degli anni Sessanta, ricca di donne opulente, case abbondantemente decorate e costumi dalle larghe gonne a ruota.
PUNTO DI FORZA – Sono molti gli aspetti positivi della produzione di “The Help”, ma la vera forza della pellicola risiede completamente nel cast chiamato a raccolta per interpretare le protagoniste di questa storia. Dopo il successo letterario del libro, molte erano le pressioni sulla validità della trasposizione cinematografica e i dubbi per la scelta della perfetta attrice in grado di non denaturare i personaggi. E invece sono proprio Viola Davis, Octavia Spencer ed Emma Stone i veri motori portanti del film. Il loro affiatamento è perfetto e le loro interpretazioni impeccabili. Le tre attrici, affiancate da talenti come Jessica Chastain, Allison Janney e Bryce Dallas Howard riescono a non essere mai sopra le righe ed entrano nei propri personaggi in modo intimo e realistico. Si fa presto ad entrare in sintonia con loro e ad innamorarsi di Skeeter, Aibileen e Minny. E’impossibile non schierarsi dalla loro parte. Le loro interpretazioni prendono per mano lo spettatore e lo accompagnano in un percorso emozionale vasto, che ripercorre momenti drammatici e divertenti, toccanti e riflessivi di un’epoca che ha inevitabilmente lasciato un segno nella storia afro-americana recente. Un vero aiuto per un progetto che altrimenti sarebbe potuto apparire troppo prolisso, a causa anche dei suoi quasi 140 minuti di durata, e che invece si mostra intelligente e ben curato, un piccolo gioiellino di un genere destinato forse a rimanere chiuso nella sua nicchia di interesse, ma che brilla per i dialoghi sagaci e le interpretazioni da premiare.
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