Secondo la stampa turca il più antico monastero cristiano del mondo, ancora in attività, potrebbe essere chiuso da una sentenza della Corte Suprema d’Appello di Ankara. I capi dei tre villaggi vicini al monastero hanno sporto denuncia contro quest’ultimo, con l’appoggio del partito islamico Akp del premier Recip Tayyip Erdogan, accusando i religiosi siriaci di favorire attività “anti turche” attraverso l’educazione dei giovani ad occupare abusivamente terre che non appartengono ai villaggi vicini. La corte Suprema d’Appello ha deciso che le terre su cui sorge Mor Gabriel non sono di sua proprietà.
La sentenza è stata ritenuta scandalosa anche dalla stessa stampa turca che ha affermato che i giudici ”hanno ‘perso’ titoli di proprieta’ e documenti fiscali che dimostravano come le terre siano incontestabilmente di proprieta’ del monastero”. Il monastero Mor Gabriel fu fondato nel 397 dai monaci Samuel e Simon nell’altopiano del Tur Abdin (La Montagna dei Servi di Dio) nell’Anatolia orientale vicino al confine siriano ed è, da secoli, il punto di riferimento per la Comunità Ortodossa Siriaca.
Il monastero accoglie anche 35 ragazzi che si dedicano all’apprendimento dell’aramaico, lingua antica parlata da Gesù. Mor Gabriel, per i fedeli siriaci-ortodossi, è considerata una “Seconda Gerusalemme” ed accoglie ogni anno 20 mila pellegrini. Gli imperatori romani Arcadio, Teodosio e Onorio, affascinati dal monastero, vollero arricchirlo con edifici, reliquie ed opere d’arte, ma negli ultimi 150 anni è iniziato il declino: alla fine dell’800 i massacri da parte dei giovani turchi e nazionalisti e, durante la prima guerra mondiale, gli scontri tra turchi e curdi.
L’unica strada per la sopravvivenza del monastero sembrerebbe quella di appellarsi alla Corte europea dei diritti umani, già interrogata, con successo, per la restituzione dell’edificio orfanotrofio di Buyukada a Istanbul.
Susanna Orlandi
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