di Teodora Malavenda
Stessa spiaggia, stesso mare ma no stessa musica. Ecco perché per queste vacanze, in barba alla crisi, Frontierenews vi suggerisce un viaggio tutto italiano alla scoperta (o meglio all’ascolto) di band e cantautori del panorama indie, dove per indie vogliamo intendere un approccio artistico alternativo e fuori dai circuiti commerciali delle major. Partendo dalle isole, traghetteremo in Calabria e da qui risaliremo lo stivale fino ad arrivare in Lombardia. Alla fine del viaggio poseremo cuffie, pinne e occhiali e ci rimetteremo dietro le scrivanie dei nostri uffici, non senza una manciata di nostalgia ma di sicuro con tanti buoni ascolti per affrontare un altro inverno. Quindi non resta che tuffarci in un mare di accordi e note!
Forti sonorità reggae in arrivo dal cuore della Marmilla, in Sardegna. Protagonisti gli Arrokibi Roots, freschi vincitori dell’area italiana dell’European Reggae contest 2012 del Rototom Sunsplash. La band, composta da dieci elementi, ha esordito ufficialmente nel 2010 con Different, un lavoro complesso che racchiude anni di live e alcune importantissime collaborazioni, tra cui quella con Bujumannu dei TrainToRoots. Da ascoltare in spiaggia, rigorosamente a piedi nudi.
Sessioni elettro-acustiche con intrusioni folk e pop. Sono questi gli ingredienti dell’Ultimo Banco, progetto solista del musicista sardo Nicola Porceddu, in arte Dainocova. L’ep, in free download su http://dainocova1.bandcamp.com/album/ultimo-banco, è solo un assaggio di Fuga da Scuola, in uscita il prossimo settembre. Da ascoltare prima fra tutte “Sirene e acciughe”.
Si chiama Colapesce l’autore di Un meraviglioso declino, disco d’esordio di Lorenzo Urciullo che per questo primo album ha preso in prestito il nome del leggendario pescatore siciliano capace di nuotare in acque talmente profonde da poter raccontare, una volta tornato in superficie, di inconsuete meraviglie sottomarine. Anche l’ascolto di questo lavoro vi permetterà di immergervi negli abissi, ma questa volta della memoria, per vivere sprazzi di vita quotidiana con la spensieratezza e la nostalgia di un passato che non è poi tanto lontano. Da ascoltare tenendo in mano vecchie polaroid.
Torna a far parlare di sé, dopo un interessante debutto, il palermitano Dimartino. E questa volta lo fa raccontandoci piccole storie di amore e malinconia in Sarebbe meglio non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile. Prodotto dalla Picicca Dischi, il lavoro riconferma il talento di Antonio e la grinta di Simona Norato (tastiera) e Giusto Correnti (batteria). Da ascoltare con malinconica voracità.
Arrivano da Reggio Calabria e promettono di salvare il pubblico dalle fiamme del paradiso. Il loro sound è un’alternanza di momenti surf, rock’n’roll e punk. Parliamo degli (AllMyFriendzAre)DEAD che, con l’ultimo disco Black Blood Bomm, si riconfermano animali da palcoscenico. Autori di testi ironici ed espliciti, fanno scatenare anche gli animi più pacati. Da ascoltare rigorosamente quando al mare ci sono i cavalloni.
Resistenza sonora, pubblicato nel 2011 da Relief Records con il supporto del Museo della ‘ndrangheta, contiene 20 brani dal forte sapore folk con influenze reggae e rap. Gli autori, i Kalafro, sono presenti sulla scena nazionale da oltre dieci anni con testi militante e politicamente scorretti. Dai centri sociali alle piazze, dalle dancehall alle spiagge, il loro sound infuoca le menti di tutti i ribelli, i briganti e i non allineati. Da ascoltare a pugno chiuso.
Una laurea in architettura, la passione per la pittura e una fortissima vocazione musicale che è diventata la scelta di Carmine Torchia. Una scelta di vita che da Sersale, suo paese natale, lo porta in giro per l’Europa dove si esibisce in Mi pagano per guardare il cielo, disco d’esordio. Sentire i suoi brani significa abbandonarsi ad un’avventura sonora tra echi pinkfloydiani, rimandi poetici e reminiscenze popolari. Da ascoltare sorseggiando del buon vino rosso.
Orecchiette alle cime di rapa da gustare seduti al tavolo di una fantastica Sghisghigno. A farvi compagnia i pugliesi Camillorè che, attraverso una poetica singolare, propongono storie immaginarie animate da personaggi surreali. Eclettici e bizzarri spaziano dal rock al folk, dal jazz al Teatro-Canzone. Non Mordete le ali alla Cicogna e Graffi e Perle sono i due dischi ufficiali. Da ascoltare per momenti di evasione.
Ragazze forty è il suo primo album. Lei si chiama Grazia Negro ed è una poliedrica artista leccese che negli anni si è dedicata alla musica e alla recitazione collaborando anche con Roy Paci e Carlo Lucarelli. Ragazze Forty è un progetto ricco di contaminazioni dove l’italiano si mescola allo spagnolo, all’inglese, al brasiliano, allo swahili e al dialetto salentino. Il tutto ci regala un flow decisamente accattivante. Le storie raccontate sono quelle di donne contemporanee che si barcamenano (non senza fatica) tra lavoro, famiglia e vita privata. Donne che si stressano, si emozionano ma non si arrendono mai. Da ascoltare come elisir di giovinezza.
Testi evocativi cantati in un inglese mischiato ad un codice universale (lalalà) e sonorità ricche di sfumature in un susseguirsi di violini danzanti ed echi mediterranei. Sono queste le caratteristiche vincenti del nuovo lavoro della band campana Il cielo di Bagdad. La massima brechtiana Unhappy the land where heroes are needed or lalala, ok, dà il titolo all’album ma da precetto triste e crudele si trasforma in un inno alla vita e all’eroismo quotidiano. Da ascoltare come buon auspicio.
Iena, oltre ad essere il nome di una discutibile bestia, è anche l’acronimo di “Io e nessun altro”. Ma non solo. E’ anche il titolo dell’ultimo album di Clementino, stiloso e molleggiato rapper napoletano che negli ultimi anni ha saputo imporsi sulla scena musicale italiana facendosi corteggiare da nomi come Mama Marjas, 99 Posse, Fabri Fibra e molti altri. Da ascoltare preferibilmente in auto, diretti al mare, con equipaggio in modalità bouncing.
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