di Teodora Malavenda
In compagnia di un asfissiante caldo torrido proseguiamo il nostro viaggio musicale, sperando di farvi trovare un pò di refrigerio nell’ascolto di alcune tra le più interessanti proposte indie del centro Italia. Follow the vibe!
Testi attuali che narrano con puntualità vizi e virtù dei ventenni di oggi. Personaggi, oggetti, tendenze e contesti facilmente riconoscibili e in cui è possibile ritrovarsi. Forse è questo il segreto de I Cani: la capacità di raccontare la quotidianità con un linguaggio “modaiolo” e uno stile coinvolgente. Diventati popolari con Il sorprendente album d’esordio de I Cani, hanno da poco realizzato un ep in collaborazione con i Gazebo Penguins. Da ascoltare per stare al passo coi tempi.
Si definiscono Poeti Provinciali e nelle loro canzoni mettono in scena la vita con tutte le sue contraddizione e le sue situazioni grottesche. Vengono dall’Abruzzo e si chiamano Management del dolore post operatorio. Debuttano nel 2008 ma Mestruazioni, il loro primo album, non riesce a catturare l’attenzione del pubblico e così ci riprovano nel 2011 con AUFF!, classificandosi tra le dieci migliori band del momento. I testi delle loro canzoni, facilmente comprensibili, si traducono in riflessioni sociali e personali senza mai sconfinare in nebulosi pensieri intellettualoidi. Da ascoltare sotto l’ombrellone.
Appino alla voce, Ufo alla chitarra e Karim alla batteria. Loro sono i toscani The Zen Circus, sulla scena indie-rock italiana da oltre un decennio. Più volte paragonati agli statunitensi Violent Femmes, raggiungono il meritato successo nel 2009 con Andate tutti Affanculo, definito dalla critica uno dei migliori album dell’anno. Lo scorso autunno esce per La Tempesta dischi Nati per subire, 11 tracce in cui, con un linguaggio dissacratorio e carico di invettiva, si parla di Dio, di morale, di conformismo e di utopia. Da ascoltare sorseggiando un mojito. Ghiacciato!
Il suo primo disco solista si intitola Attento a me stesso e sin dal primo ascolto rivela la versatilità poetica del suo autore, Alessandro Fiore. Attraverso la mescolanza di classico ed elettronica soft, l’ex cantante dei Mariposa ci racconta storie di infanzia alle quali si intreccia, quasi inevitabilmente, il presente. La narrazione scorre sempre con quel tocco di visionarietà che contraddistingue il suo stile. Da ascoltare dopo il tramonto.
Al primo ascolto stridula, al secondo ruvida, al terzo accattivante. Maria Antonietta, fuori con l’omonimo album prodotto dalla Picicca Dischi, o la ami o la odi. La giovane pesarese racconta nelle sue canzoni la vita vissuta di una donna molto più grande ma forse è proprio questa sua leggiadra malinconia ad incuriosirci. Da ascoltare in assenza di nervosismo.
Ragazzo Italiano, Carta e Mr Non sono i nomi dei tre componenti di una bizzarra ma promettente band marchigiana, Chewingum. Ironia e sarcasmo sono le peculiarità dei loro brani che girano al ritmo di pop, hip hop, reggae, funky, samba, wave. Lo scorso febbraio è uscito (per Garrincha Dischi) Nilo, il loro secondo lavoro. Un progetto decisamente più maturo del precedente in cui ogni canzone dà vita ad un’avventura unica. Da ascoltare sorseggiando un frullato.
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