Dalle isole alle Alpi, un viaggio tra accordi e note indie. Ultima tappa: nord Italia

di Teodora Malavenda
Il nostro viaggio sonoro a bordo di una 2CV continua in direzione nord. Arriveremo a destinazione un po’ sudaticci (viste le alte temperature) ma con tante buone idee nei nostri iPod.

Vasco Brondi, in arte Le Luci della centrale elettrica, sembra voglia tradurre tutto il vecchio cantautorato classico nel linguaggio della sua generazione. Con la sua scrittura fatta di improbabili connessioni e di immagini flash , a volte con metriche e melodie ricavate quasi a ricordare il rap, riesce ad emozionare ed intrigare al tempo stesso. C’eravamo abbastanza amati il suo ultimo lavoro, uscito in esclusiva su XL di Repubblica, propone inediti, remix e duetti live. Da ascoltare a luci soffuse durante momenti di introspezione.

Ironici, forse non proprio irriverenti ma di sicuro diretti, su un tappeto musicale percussivo e digitale, Lo Stato Sociale propone la sua visione sulle storie del “frequentiamoci ma non troppo” e del qualunquismo urbano. Turisti della democrazia, l’ultimo album, si inserisce a pieno titolo in un filone in verità già popolato da vari altri gruppi più o meno affini ma lo fa con simpatica originalità. Da ascoltare solo dopo un overdose di musica neomelodica.

La prima volta che vedete un loro concerto forse vi infastidiranno tutti quegli effetti speciali. La seconda volta li andrete a sentire sperando di rivedere tutti quegli effetti speciali. I Nobraino raccontano storie ordinarie, esilaranti o bizzarre con uno stile cantautorale che molto deve, dal vivo, all’amore di Lorenzo Kruger per il teatro. In Disco d’oro, la voce grave del frontman sembra aver trovato la giusta via per conquistare definitivamente chi già l’aveva notata con il primo album. Da ascoltare con gli occhiali da sole.

Nel gennaio 2010 esce la canzone Marco corre dedicata all’atleta Marco Olmo. Il brano è l’anticipazione di Mezze Stagioni. Il nuovo album degli Ex-Otago, pubblicato nel 2011, è stato prodotto tramite l’azionariato popolare, nell’ambito dell’iniziativa Anche io produco gli Ex-Otago, che prevedeva che i fan del gruppo diventassero anche produttori, acquistando un’azione e finanziare così il progetto. Tredici canzoni dal sound ricco e potente con ritornelli difficili da dimenticare. Un’ossessiva cura dei particolari, citazioni efficaci e un uso intrigante della lingua italiana fanno sì che questo gruppo risulti frizzante. Da ascoltare dopo aver visto una partita di rugby.

Non sarà certo la più sfrenata allegria a caratterizzare il suono ed i testi dei Non voglio che Clara. Non possiamo chiamarle canzoni “solari”, e la quasi totale assenza di quelli che, da ascoltatore medi, potremmo chiamare acuti, potrebbe rendere il tutto un pò tetro e paranoico. Probabilmente sarà anche colpa (o merito) degli effetti sulla voce che enfatizzano così tanto i sospiri e i rumori di fondo. Come faremo ora che hai trovato un lavoro a parlarci ancora? chiede lui a lei. Eppure si rivelano così indicati per l’estate, nei momenti in cui la torrida afa concede un po’ di spazio ad un venticello sognatore. Da ascoltare in campeggio. Con la radiolina.

Si intitola La giostra, il secondo album de Il Disordine delle cose, band piemontese formata da Marco Manzella e Vinicio Virago. Creato e prodotto dal duo, il disco è stato registrato in Irlanda nello studio dei Sigur Ros. Due brani strumentali, intro molto lunghi e la collaborazione di Mugison, rende il progetto ricercato soprattutto da un punto di vista sonoro. Da ascoltare rigorosamente in cuffia.

Cercavate melodie tanto accattivanti quanto distanti dai soliti standard melodici italiani? Cercavate anche un linguaggio ricercato ma emozionante al tempo stesso? Cercavate un suono in bilico tra il mood acustico di una band e quello digitale delle diavolerie moderne? Benissimo: vi presento gli Amor Fou. So che li conoscete già, ma provate a mettere su Cento giorni da oggi in viaggio per le vacanze e capirete come può manifestarsi una forma di ipnosi. Da ascoltare in movimento.

Sarà la limpida Repubblica del sole dice nel suo singolo, accompagnato da uno splendido videoclip girato dal videomaker calabrese Giacomo Triglia. In un primo momento forse può ricordare Samuele Bersani, ma dopo un po’ di rodaggio, come spesso accade, ci si accorge di avere a che fare con un nuovo interessante cantautore italiano dal nome Ettore Giuradei. La Repubblica del sole propone una buona varietà di umori e ritmi e si lascia finire con una certa naturalezza. Da ascoltare dopo una corsetta rigenerante.

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